Ebbene sì, finalmente ce l’ho fatta, ho
partecipato per la prima volta a un matrimonio cinese. Un vecchio compagno di
studi italiano ha deciso di coronare il suo sogno d’amore con una ragazza
cinese e…eccomi invitata al matrimonio. So che si è gia parlato di matrimonio
in questo post,
ma questo testo vuole essere più dettagliato e anche portare esperienze di
prima mano. Lo scopo è proprio quello di raccontare come si svolge un
matrimonio in Cina, prendendo in considerazione non solamente la cerimonia in
sé, ma ogni singolo aspetto del processo di unione e far emergere la differenza
culturale tra quello che facciamo noi in Italia e quello che succede invece in
Cina.
Quando in Italia si decide di sposarsi, dopo aver reso nota la loro volontà
che di solito viene pubblicata negli albi del municipio (e della chiesa, in
caso di rito religioso), i futuri sposi decidono una data per la celebrazione.
La celebrazione del matrimonio è infatti, solitamente, l’unico momento
importante. Che il matrimonio avvenga in municipio o in comune, si decide una
data e in quella data si celebra il rito che avrà poi valore legale.
Quando in Cina si decide di sposarsi, avvengono sostanzialmente tre passaggi:
le carte burocratiche, l’album fotografico e la cerimonia o, per meglio dire,
banchetto. Il banchetto è decisamente l’ultimo di questi tre passaggi mentre
album e carte burocratiche possono avere l’ordine preferito dalla coppia.
Per capire meglio alcuni di questi
passaggi, ho chiesto aiuto a Jappo di ABCina.it, già grande collaboratore di
Divano Meyooo su Radio Meyooo, dato che io non sono
sposata e tanto meno penso di sposarmi un cinese (non me ne vogliano, eh…). Gli
ho posto una serie di domande perché sapevo bene dal suo resoconto
che aveva dovuto superare svariate peripezie prima di riuscire a sposarsi in
Cina con la sua compagna cinese.
Innanzitutto gli ho chiesto quale dei tre
passaggi sopra menzionati hanno deciso di intraprendere per primo e mi è stato
confermato che, proprio come dicono le statistiche,
l’album con le foto del matrimonio rimane parte essenziale e prima priorità
delle coppiette cinesi. In Cina l’album matrimoniale viene creato in precedenza
alla cerimonia, non come in Italia dove viene creato il giorno stesso del
matrimonio. Inoltre, contiene solamente le foto dei due sposi e non della
cerimonia stessa e le suddette foto vengono solitamente mostrate durante
l’evento.
Jappo mi ha inoltre confermato che dalla
decisione di sposarsi alla firma delle carte burocratiche sono passati svariati
mesi perché i cinesi si possono sposare (dal punto di vista legale) solamente
nella città dove hanno il loro hukou,
ovvero la sua residenza. Quindi, bisogna programmare bene i propri passi: le carte
non possono essere firmate se non nella città, cittadina, paese, villaggio,
grotta in cui essi risiedono. Ho chiesto conferma agli amici cinesi: nel caso
in cui i coniugi abbiano due diversi hukou,
recarsi in una sola delle due città è sufficiente per legalizzare il
matrimonio.
Ma cosa bisogna fare per firmare queste
carte? E qui arriva il bello! Per sposarsi, i cinesi hanno solitamente bisogno
di carta d’identità e certificato di residenza. Ma non è così semplice per gli
amici stranieri. Jappo mi ha confermato che gli italiani che sposano un
cittadino cinese devono avere il passaporto e un nullaosta che afferma di
essere “liberi” da ogni altro vincolo matrimoniale, ovviamente tradotto da un
organo certificato che asseveri la traduzione. Il nullaosta può essere
facilmente ottenuto dall’ufficio consolare di riferimento ma solo se si è
iscritti AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Altrimenti, bisogna
contattare il proprio comune di residenza in Italia che deve rilasciare un
certificato multiplo di cittadinanza, residenza e stato di famiglia, il quale
deve poi essere tradotto da un ufficio certificato e infine portato al
consolato di riferimento per far sì che possa rilasciare il nullaosta. Una
volta ottenuto questo nullaosta, bisogna scattare insieme al proprio compagno/a
una foto in cui si appare entrambi su uno sfondo rigorosamente rosso per essere
apposta sul libretto del matrimonio. Già, perché ai cinesi piacciono i libretti
e quindi, quando ti sposi, viene consegnato un “libretto di matrimonio” a
entrambi i coniugi con la loro foto e le altre informazioni.
Voi pensate sia finita? Sbagliatissimo! Qui
entra in gioco la fantastica burocrazia cinese che Jappo racconta per filo e
per segno. Con tutti i documenti, bisogna recarsi all’ufficio preposto ai
matrimoni nel paese di residenza del compagno/a. Nella maggior parte dei casi,
se si sposa uno straniero, l’ufficio è differente perché, si sa, gli stranieri
sono diversi, mica cinesi. Nel frattempo, per la legge di Murphy, si scopre che
di sicuro manca qualche altro documento tradotto, certificato e firmato dal
notaio, come anche noi italiani sappiamo bene conoscendo la nostra amata
burocrazia. Arrivati si prende il numerino, si fa la fila e, arrivato il
proprio turno, si sottopongono al vaglio tutti i documenti. Andranno bene?
Ovviamente no! La foto non sarà della misura giusta, lo sfondo della tonalità
rosso che piace al funzionario di turno quel giorno e il sorriso sarà troppo
pronunciato per apparire su un documento ufficiale. Quindi dovrà essere rifatta
(pagando, chiaramente, nello studio fotografico che guarda caso si trova
proprio di fianco o all’interno dell’ufficio dei matrimoni…che coincidenza!).
Forse, dopo la foto si è sposati, ma per ora solamente in Cina! Rendere valido
il proprio matrimonio anche in Italia richiede il reperimento di altri
documenti della parte cinese, tra cui il certificato di nascita che non tutti i
cinesi hanno (ehi, la Cina dopo tutto è un paese in via di sviluppo, vent’anni
fa non c’era nulla!) che devono poi essere autenticati sempre dai soliti uffici
preposti ma solamente nell’area competente la città di residenza del vostro
compagno/a. Mi spiego: se, come nel caso di Jappo, la moglie ha la residenza a Nanning, non potete farvi
tradurre e asseverare il documento a Pechino, ma le varie pratiche devono
essere fatte presso il consolato italiano di Guangzhou, competente dell’area di
Nanning. Poi, verranno invece trasferite
al consolato dell’area dove si risiede.
Tutto molto romantico, insomma:
burocrazia, notai, traduzioni asseverate, numeri e file di attesa. Che voglia
di sposarsi…
Passiamo invece alla mia cerimonia. Si è
tenuta di sabato pomeriggio in un parco nella periferia di Shanghai dove si può
affittare una sala per tenere il banchetto. All’entrata vi era un grande
pannello azzurro Tiffany e bianco con le iniziali degli sposi e la data del
matrimonio…peccato che avessero messo la data del 2015 e non del 2016 (non
appena gli sposi si sono accorti di questo “errorino”, gli organizzatori hanno
provveduto a oscurare la gaffe con dei fiori finti, that’s China!). Ma io ho
scattato la foto ben prima, eheh…
Ops...data sbagliata... |
L’evento si è svolto in due momenti: la
cerimonia e il banchetto. La cerimonia si è tenuta all’aperto nel parco, dove
avevano allestito un mini-gazebo con decori dello stesso azzurro Tiffany e paiettes
argentate, unitamente a un tappeto azzurro, alcune sedie per gli invitati che
partecipavano decorate con fiocchi e palloncini sempre bianchi e azzurri. E’
importante sapere che in Cina non vi è nessun ufficiale di stato civile
(sindaco) o prete che svolge la cerimonia, bensì vi è un MC…un master of
cerimony (chiaramente termine di origine americana, dato che solo a loro piace
parlare con gli acronimi)! Questo MC, che può essere sia un amico/a che si
presta sia una persona pagata apposta, ha lo scopo di presentare gli sposi,
“sposare” la coppia (pronunciare le solite frasi “Vuoi tu tal dei tali sposare tal
altra?”), intrattenere gli ospiti durante la cerimonia e presentare le varie
attività della giornata. Una cerimonia quindi abbastanza comune, a cui seguono
le canoniche foto post-cerimonia, ma spogliata del valore legale proprio per le
carte di cui parlavo prima.
Due note di spirito:
1, per entrare nel parco e assistere alla
cerimonia, ci hanno fatto passare attraverso la “casa” garage del custode, con
tanto di letti, lavatrici, motorini, mutande e reggiseni stesi ad asciugare.
Il passaggio verso la cerimonia |
2, finita la cerimonia, dovevamo attendere
circa un’ora e mezza prima dell’inizio della cena. Essendo in un parco,
propongo a un amico (che accetta) di fare un giro per il parco dove incrociamo
delle montagne russe il cui biglietto costa solo 20 rmb (circa 2.74 euro). Quindi, vestiti da cerimonia, ci
infiliamo sulle montagne russe cinesi e, in segno di apprezzamento, compriamo
altri due biglietti per gli sposi: quando ti ricapita di fare un giro sulle
montagne russe vestito da sposo/a??
Io e M. appena scesi dalle montagne russe! |
Durante il nostro giro per il parco,
tuttavia, hanno bloccato il passaggio attraverso la casa garage. Quindi cosa
pensiamo bene di fare io e il mio amico per entrare nel banchetto? Passare
dalla finestra naturalmente! La stessa finestra dalla quale, peraltro qualche
minuto prima, facevano passare le sedie utilizzate durante la cerimonia
all’aperto per essere riutilizzate durante il pasto.
La suddetta finestra |
Rientrata al banchetto, mi ricompongo dopo
aver scavalcato la finestra con gonna e tacchi e girovago per il banchetto non
ancora iniziato e assisto alle “prove” del resto della cerimonia. In
particolare, alla prova del taglio della torta. I genitori degli sposi e gli
sposi stessi, a quanto pare, devono tagliare una torta di tre piani, partendo
dal basso verso l’alto. Non conoscendone il motivo, sono così andata a cercare
l’MC per chiederne spiegazioni ma il suddetto uomo era impegnato a mangiare
prima del banchetto, quando poi lui avrebbe dovuto fare il presentatore e noi
mangiare.
Torno quindi al mio tavolo “laowai” (perché
ovviamente gli stranieri non possono sedersi al tavolo coi cinesi, quindi è
stato adibito un tavolo apposito per gli stranieri) senza le volute risposte,
mi risiedo a godermi il resto del banchetto tra chiacchiere, baijiu e sigarette
Zhonghua.
Huangjiu e sigarette cinesi Zhonghua |
Dopo un po’, mi si avvicina un cinese che,
in inglese, mi chiede: “What’s you problem with the cake?”. Panico: oddio, che
problema ho con la torta?? No, non ho nessun problema con la torta, io!!
Rifletto un poco e poi mi accorgo di avere davanti l’MC il quale, con il povero
inglese che parla, mi chiede quali sono i miei problemi con la torta, non le
mie domande sul taglio della torta (Problema e domanda, in cinese, si
pronunciano e scrivono allo stesso modo: wenti. Il che la dice lunga su quello
che i cinesi pensano riguardo al porre domande. Domande uguale problemi). L’MC
mi spiega che il taglio della torta deve essere fatto dai due papà nello strato
più basso, le due mamme nello strato di mezzo e infine dai due sposi nello
strato più alto, a simboleggiare prosperità, unità e felicità della famiglia. E
per tutto ciò, bisogna assolutamente fare le prove.
Nel frattempo gli sposi si sono cambiati
d’abito e, sempre a proposito di tradizioni cinesi, con mia grande commozione,
ho avuto la possibilità di vedere dal vivo la cerimonia del tè durante il matrimonio.
I due sposi, entrambi con una tazza di tè in mano, le offrono ai genitori dello
sposo che devono quindi bere il contenuto. Lo stesso avviene poi con i genitori
della sposa.
La tazzina della cerimonia del tè con il carattere della doppia felicità, tipico dei matrimoni cinesi |
La cerimonia del tè è anche il momento per
lo scambio di regali e segni di rispetto e gratitudine. Tra questi, per quanto
riguarda il regalo, il matrimonio cinese prevede soltanto hongbao, le famose buste rosse, contenenti soldi. Preparare la hongbao è un processo molto complicato e
bisogna stare molti attenti a non commettere errori. Io, per non sbagliare, ho
cominciato un mese prima! Innanzitutto, ho comprato una busta con un bel motivo
lacustre con fiori e anatre e la scritta “Wedding” in inglese e “Bainianhaohe”,
ovvero 100 anni di felicità, in cinese. Poi ho indagato le regole per definire
quanti soldi mettere nella hongbao.
Le regole in generale sono due: i numeri fortunati e il grado di relazione con
gli sposi. Ora, sui numeri fortunati si è già detto molto in occasione del capodanno
cinese: il numero deve essere sempre pari, mai dispari, e deve
riprendere un numero porta fortuna, di solito 8, oppure deve essere un numero
pari pieno come 100, 200, 500, ecc ecc. Per quanto riguarda il secondo
criterio, invece, se si tratta di un amico non troppo stretto, non si superano
di solito i 1000 rmb (137 euro circa), mentre se si tratta di un amico stretto
si può arrivare anche tranquillamente a 10,000 rmb (1300 euro circa). Spesso,
si usa mettere la stessa cifra ricevuta dal suddetto amico qualora tu ti sia
già sposato. Per finire, l’ideale sarebbe scrivere chi dona la busta rossa
all’interno della linguetta di chiusura oppure, come ho fatto io, inserire un
ulteriore biglietto con data, auguri e firma. Io ho fatto anche gli auguri in
doppia lingua!
La giornata continua con il resto della
cerimonia. La sala è arredata con circa quindici tavoli da dieci persone, un
palco ed una passerella centrale sulla quale sfilano gli sposi ogni volta con
un vestito diverso. L’MC li presenta di nuovo e poi hanno inizio i vari
discorsi: genitori, amici, datori di lavoro…chi più ne ha più ne metta. Da
tener presente, naturalmente, che ognuno lo legge nella sua lingua e quindi ad
almeno metà della sala non frega assolutamente nulla dato che non capisce,
ammesso naturalmente che voglia capire, dato che nel frattempo è arrivato il
cibo…
Concludo questo pezzo dando qualche nota
di gusto sul banchetto. Durante un banchetto nuziale, solitamente, vengono
servite dalle otto alle dodici portate che rispecchiano la ricchissima
tradizione culinaria cinese: piatti a base di carne, zuppa di pesce, maiale arrostito
o, nel nostro caso il maialino tipico della cucina di Shanghai, il maiale dongpo
(strati di carne di maiale grassa e magra, marinati a lungo con vino, salsa di
soia e altre spezie), aragosta con spaghetti alla crema e frutta fresca in gran
quantità. Il tutto naturalmente irrorato di vino e baijiu. Con grande
dispiacere, non è mai arrivata la torta…chissà chi se la sarà mangiata...
Il testo di questo post è stato utilizzato per realizzare la puntata "Quel matrimonio cinese" su Radio Meyooo, disponibile anche al link http://www.spreaker.com/user/8356020/0099-cineserie-quel-matrimonio-cinese e come Podcast su Ipodcast.
Povero Cristo !
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