Questo post prende
spunto da un tema sempre molto dibattuto
in Cina che, con sempre più frequenza, torna alla ribalta sui media cinesi: le
“zitelle”, in cinese “shengnv”.
Il termine “shengnv” significa
letteralmente donna lasciata da parte, ai margini della società. Il termine
sembrerebbe stato coniato dai media cinesi a partire dal 2007, in seguito alla
promulgazione nel 2006 di uno studio sullo squilibrio dei sessi in Cina. Secondo
svariati studi demografici, il numero di uomini in Cina è molto maggiore del
numero di donne: mentre una giusta proporzione dovrebbe essere 105/100, in Cina
si registra una proporzione pari a 118/100 (2012): secondo le statistiche, in
Cina ci sono 31 milioni di uomini in più rispetto alle donne (Statistical
Yearbook 2014).
Il termine ha una
connotazione ben definita all’interno della società: si riferisce a tutte le
donne che non sono ancora sposate a partire dal 27esimo anno di età in su.
L’associazione delle donne cinesi (in inglese, All-China Women’s Federation) è da
ritenere in gran parte responsabile della diffusione e della stigmatizzazione di
questo termine che è infatti entrato a far parte del lessico
del dizionario.
Sul sito
dell’associazione, disponibile anche in lingua inglese, il primo
articolo che presenta il termine “shengnv” risale all’aprile 2007 e parla
di come le zitelle cinesi presentino caratteristiche ben precise: si tratta di
donne completamente indipendenti, con un alto livello di educazione e buone
posizioni lavorative.
Da quel momento in poi,
più di quindici articoli su questa questione sono stati pubblicati. A quanto
pare, l’urgenza del tema è dovuta al fatto che lo squilibrio dei sessi
preoccupa il partito dato che un eccessivo numero di uomini non sposati potrebbe
causare problemi sociali. Inoltre, il partito è anche preoccupato della qualità
della popolazione: per continuare a crescere, essere competitiva e diventare
una potenza forte a livello internazionale, la Cina ha bisogno di persone
intelligenti e non può
permettersi che i migliori nella società non si riproducano.
A proposito della
“qualità” della popolazione, è necessario citare uno studio
condotto da Yue Qian sull’”ipergamia” (hypergamy in inglese, non
esiste una vera e propria traduzione), ovvero la tendenza a sposare qualcuno di
strato sociale superiore al proprio o più erudito di sé stessi. In Cina c’è la
tendenza per le donne di sposare uomini che abbiano una migliore educazione
rispetto alla propria e, di conseguenza, c’è una tendenza negli uomini a
sposare donne meno istruite di loro. Lo studio suddivide le persone in quattro
categorie: A, il più istruito, e D, il meno istruito. Secondo questa tendenza,
gli uomini A scelgono donne B, gli uomini B scelgono donne C e gli uomini C
scelgono donne D. Rimangono fuori da questo processo le donne A, ovvero quello
più istruite, e gli uomini D, meno istruiti e generalmente con minori
possibilità economiche. Le prime non trovano nessuno alla loro altezza e gli
ultimi sono troppo malmessi per trovare qualcuno disponibile a sposarli.
Secondo Leta Hong-Fincher, una
sociologa Americana che sta studia il fenomeno delle zitelle cinesi, il partito
vuole proprio che siano queste donne a sposarsi perché tralasciate dai processi
sociali di cui parla lo studio, ma anche le “migliori” dal punto di vista della
qualità. Il partito, preoccupato della stabilità e della crescita economica del
paese dopo la pubblicazione dello studio sullo squilibrio dei sessi nel 2006,
ha quindi messo in moto questa macchina di pressione sociale. E’ stato dunque
necessario coinvolgere l’associazione delle donne cinesi per contribuire all’attività
propagandistica che urge le donne A a sposarsi. L’attività è stata portata
avanti con tale fervore da sviluppare un vero e proprio fenomeno sociale di
portata mastodontica tanto da creare un intero universo di significato attorno
al termine “shengnv”.
Gli articoli trattano
degli argomenti più disparati: dalle riflessioni sul tema, all’organizzazione
di eventi di speed-date, fino ad articoli (orribili) in cui si consiglia alle
ragazze come farsi notare o anche le migliori mosse per far cadere un ragazzo
nelle proprie braccia.
Tra le citazioni
migliori figura sicuramente la seguente:
“Le ragazze belle non
hanno bisogno di un alto livello di educazione per sposare un uomo ricco,
facoltoso e potente. Sono le ragazze nella media e quelle brutte ad avere
difficoltà (nel trovare un partner). Per aumentare la loro competitività queste
ragazze decidono di puntare sull’educazione (l’intelligenza). Ma la tragedia è
che non si accorgono che, in termini di età, valgono sempre meno. Quindi, nel
mentre in cui ottengono la loro specializzazione o il loro dottorato, sono vecchie
come le perle ingiallite”.
Il fenomeno aumentato in
parallelo è quello della “svendita” dei figli al cosiddetto mercato dei
matrimoni. Esistono infatti dei luoghi in cui una persona può mettere il
proprio “CV” di vita o quello di qualcun altro per trovare un partner
interessato. Cosa succede nella pratica? Scrivi il tuo cv (o qualcun altro lo
scrive per te) completo di nome, cognome, residenza e hukou, nazionalità, foto,
carattere, interessi e hobby, ma soprattutto stipendio e possedimenti (casa,
macchina, ecc.) e lo esponi, lo appendi in un luogo dove si combinano incontri.
Questi luoghi sono solitamente dei parchi (qui a Shanghai è famosissimo il
Parco del Popolo) ma il problema è che sono frequentati dai genitori dei
ragazzi in cerca di un compagno/a non dai ragazzi stessi. I cinesi dicono sia
perché i ragazzi non hanno tempo lavorando troppo, ma la realtà è chiaramente
che sono i genitori a fare pressioni verso il matrimonio e soprattutto a dire
l’ultima parola sul prescelto/a.
Non sono mancati nemmeno
gli spettacoli d’intrattenimento per risolvere questo problema. Tra i più
famosi in televisione figura sicuramente “Feicheng wurao”
(You are the one in inglese). Si tratta
di un programma sullo stile di “Uomini e donne” trasmesso ogni sabato sera alle
21.10. Secondo la versione ufficiale, il programma ha lo scopo di offrire un
servizio “alla vita”: 24 ragazze single vengono presentate all’uomo di turno
che, sulla base di ciò che cerca in una donna, le esclude piano piano. In
realtà, sulla base di alcune domande pre-impostate a cui le ragazze hanno
risposto, le ragazze vengono auto-eliminate in base alla caratteristiche della
donna cercata dall’uomo di turno. L’ultima che rimane è la prescelta per creare
una vita insieme. L’unica volta che mi è capitato di vedere questo programma
(la mia professoressa di cinese me lo aveva consigliato per “imparare il cinese”)
sono rimasta basita: al termine della sessione, il ragazzo e la ragazza
venivano intervistati e entrambi affermavano cose tipo “sicuramente avremo una
magnifica vita insieme”, “a presto decideremo quando sposarsi”, “lui/lei è
esattamente ciò che cerco”. Il tutto senza essersi nemmeno mai parlati.
Complimenti!
Fortunatamente c’è anche
chi la pensa in maniera diversa. L’8 aprile 2016 è uscito un video che ha
riportato la questione nuovamente alla ribalta. Il video è intitolato “la
conquista del mercato del matrimonio” (Marriage
Market Takeover in inglese) ed è stato voluto e sponsorizzato dall’azienda
cosmetica giapponese SK-II.
Il video parla della
storia di queste ragazze, tutte single e tutte non sposate sopra i 27 anni.
Vengono immortalate mentre i loro genitori parlano del fatto che il problema
per cui la loro figlia non trova marito è che è troppo brutta, del fatto che
non sposandosi sta mancando loro di rispetto. Le ragazze, stanche e
infastidite, decidono dunque di esprimere la loro opinione una volta per tutte
e pubblicamente. L’azienda di cosmetica ha offerto loro la possibilità di essere
le protagoniste di un album fotografico le cui foto, devo dire bellissime, sono
state poi esposte in pompa magna proprio al Parco del Popolo. Le foto
naturalmente non erano l’unica attrattiva, ma erano accompagnate da didascalie
che spiegavano i motivi per cui queste ragazze non vogliono sposarsi. Mi ha
colpito molto una scritta che dice: sposarsi non da la felicità. Il video
ovviamente finisce coi genitori di queste ragazze che dicono alla telecamera
che le loro figlie sono belle, in gamba, intelligenti e, anche se non sono
sposate, vogliono loro tanto bene comunque. Un primo passo verso l’accettazione
sociale di queste ragazze, che poi era anche il motivo per cui l’azienda di
cosmetici ha deciso di realizzare questo video: sensibilizzare la società sul
fatto che essere single non deve rappresentare un problema. Il presidente di
SK-II ha detto infatti che il video fa parte di una campagna volta ad ispirare
e permettere alle donne di determinare il loro destino.
Il video è stato visualizzato più
di 20000 volte solo attraverso l’account Weibo dell’azienda stessa e ha
ricevuto più di 4000 like. Tra i commenti più interessanti troviamo “le scelte
di ogni donna dovrebbero essere rispettata in una società civilizzata”; “si può
essere felici anche senza un uomo e non dovremmo essere punite per le nostre
scelte fintanto che non fanno del male a nessuno”; “non perdete la speranza e
seguite il vostro cuore, non i vostri genitori, perché solo voi sapete cosa è
giusto per voi stesse”. In generale, il video è stato ben accolto proprio
perché ha permesso la condivisione di questi sentimenti tra le ragazze che ora
non si sentono più sole, ma parte di un gruppo dove ci si sostiene a vicenda.
Questo
post è stato utilizzato per creare la puntata “Le Zitelle” per Radio Meyooo, disponibile per l’ascolto
direttamente sul sito della radio.
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