domenica 28 febbraio 2016

L'Italia che conta, parte 2

Questo post rappresenta il prosieguo di un altro testo dallo stesso nome pubblicato circa un mese fa e disponibile qui. Ricordo nuovamente che il post tratta la storia di alcuni connazionali vissuti in Cina e in particolar modo a Shanghai, segnandone la storia. Il materiale è stato raccolto in una mostra organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Shanghai e dall’Ufficio Informazione della Municipalità di Shanghai, a partire da un primo progetto promosso nel 2012 dall’Istituto di Cultura Italiana a Shanghai. Il titolo era “Dialogo di civiltà lungo la via della seta: italiani a Shanghai 1608-2010” e la mostra è stata presentata al China Corporate United Pavillion all’Expo Milano 2015.  


Mario Paci e l’Orchestra Municipale di Shanghai

Mario Paci, nato a Firenze nel 1878, fu pianista e direttore di orchestra, avendo studiato pianoforte al conservatorio di Napoli e in seguito, su suggerimento di Giacomo Puccini, direzione d’orchestra a quello di Milano. Nel 1918 approdò a Shanghai durante un tour mondiale, città in cui rimase a causa di un malessere che lo obbligò a essere ricoverato all’ospedale. 
Alla sua storia è legata quella dell’Orchestra Municipale di Shanghai, fondata nel 1879, una delle più antiche orchestre sinfoniche della Cina e dell’Asia che raggruppava musicisti provenienti da svariate parti del mondo. Dato che durante la prima guerra mondiale era andata scomparendo, nel 1919, il Consiglio Municipale di Shanghai affidò il ruolo di Direttore d’orchestra a Mario Paci che accettò l’incarico e la rinominò Shanghai Municipal Orchestra. Il maestro Paci si adoperò innanzitutto nell’ingaggio di nuovi musicisti, poi nella scelta di nuove partiture da mettere in scena. Nel novembre del 1919, dunque, iniziò la prima stagione sinfonica della nuova orchestra, che durava da ottobre a maggio, con oltre trenta concerti che proseguivano anche all’aperto durante la stagione estiva presso l'attuale Zhongshan Park, un tempo chiamato Jessfield Park. Nel 1926, l'Orchestra cominciò a registrare i primi concerti radiofonici ai quali fecero seguito dopo qualche anno le prime registrazioni discografiche. Sempre a Paci dobbiamo anche l’apertura dei concerti al pubblico cinese il quale inizialmente era escluso da tali performance.
La sua carriera e il suo lavoro continuarono anche durante l’occupazione giapponese (iniziata nel 1931) nonostante l’orchestra cominciò a soffrire di mancanza di fondi, carenza che Paci cercò di colmare attraverso concerti pubblici e privati. Tuttavia, a causa degli avvenimenti storici e del sempre più preponderante controllo giapponese, l’orchestra soffrì di un lento declino finché, nel 1942, il maestro Paci si dimise dal ruolo di Direttore. In quell’occasione fu organizzato un concerto d’addio organizzato presso il Lyceum Theatre tra Maoming road e Changle road la domenica 31 maggio del 1942, con il maestro nel doppio ruolo di direttore e pianista. Dopo la guerra, la posizione di Direttore venne assunta da Arrigo Foà (1900-1981), primo violino per molti anni, che rimase, con vari avvicendamenti e co-direzioni, fino al 1952.

La famiglia Chieri

Nel 1900 Virginio Chieri, all’epoca allievo ufficiale dell’esercito, s’imbarcò su un piroscafo italiano in partenza per la Cina dove avrebbe partecipato, non ufficialmente, all’esercito multi-nazionale che combatteva i boxer in Cina. Finita la missione tornò in Italia ma con la Cina nel cuore, tanto da impegnarsi per trovare infine un impiego nel settore delle Poste e Dogane in Cina. Nel frattempo, a Livorno, conobbe una donna di nome Luisa, che divenne la sua fidanzata nonostante la sua partenza e che, nel 1904 in assoluta solitudine, s’imbarcò per Shanghai decisa a ritrovare il suo fidanzato e accettare la sua proposta di matrimonio. Dopo diverse peripezie lo rintracciò, si sposarono e iniziarono insieme la loro avventura cinese. Inizialmente e per circa 10 anni si spostarono per buona parte della Cina continentale sul fiume Yangzi allo scopo di fondare, implementare e sviluppare la rete postale cinese. Nel 1910 approdarono infine a Shanghai dove rimasero fino alla fine della seconda guerra mondiale. Ebbero quattro figli, Pericle, Laura, Matilde detta “Mats” e Itala detta “Itsie”: nonostante le difficoltà di spostare una così numerosa famiglia per la Cina di inizio novecento, arretrata, con sistemi di trasporto e sanitari pressoché inesistenti, i figli crebbero fortunatamente senza problemi, anzi beneficiando di tutto ciò che Shanghai all’epoca, ma anche ai giorni nostri, può offrire. Crebbero dunque cosmopoliti e internazionali nella Shanghai degli anni Trenta diventando un punto di riferimento per la vita mondana, costellata di ricevimenti sulle navi europee all’ancora a Shanghai, di amicizie con affascinanti ufficiali di marina e con amici cinesi intelligenti, colti e raffinati. I Chieri erano ad esempio intimi col sindaco di Shanghai Wu Techen, con T.V. Song, ovvero il fratello più grande delle famose sorelle Song, ed erano assidui frequentatori delle serate al Cathay Hotel (ora Peace Hotel). Furono spettatori dell’arrivo a Shanghai del trasvolatore Arturo Ferrarin, il personaggio di cui si parla nel paragrafo successivo, del soggiorno di Edda e Galeazzo Ciano. Furono insomma gli inconsapevoli spettatori di una Shanghai che in quegli anni si aggiudicò il nome di “Parigi d’Oriente”, la cui vitalità è forse paragonabile a quella di oggi. Virginio, accanto alla sua attività lavorativa, ricoprì incarichi onorari nell’associazionismo della comunità italiana: fu ad esempio presidente del Circolo Italiano e membro della Lega Navale Italiana.
L’idillio della famiglia si concluse bruscamente con l’8 settembre 1943, quando Virginio Chieri e la moglie furono deportati in un campo di concentramento giapponese a Weisen, nel nord della Cina, insieme ad altri componenti della colonia italiana shanghaiese, dove rimasero per tre anni fino alla liberazione nel 1945. Di ritorno a Shanghai, trovarono la loro casa e i loro beni distrutti dagli occupanti giapponesi e dalla guerra civile che cominciava a imperversare in Cina. Lasciarono quindi la loro amata Cina per tornare in Italia.
La storia di questa famiglia è raccontata in un libro dal titolo “Pechino Bassano del Grappa. Storia di una famiglia italiana in Cina nella prima metà del ventesimo secolo”, curato dalla figlia di Matilde, Marina Giusti del Giardino, che raccoglie tre diari di viaggio e un album di fotografie del loro soggiorno e dei loro viaggi in Cina.

Arturo Ferrarin

Arturo Ferrarin (1895 –1941) fu tenente e pilota di volo acrobatico. Nel 1920 acquistò larga fama mondiale con la prima trasvolata tra l’Europa e l’Asia a bordo di un velivolo S.V.A.9 in legno e tela della Regia Aeronautica. L’impresa, chiamata Raid Roma-Tokyo, è per l’epoca storica, con 112 ore di volo e 18000 km in 31 tappe. Prendeva avvio da un’altra impresa storica compiuta da uno dei personaggi italiani più famosi del secolo scorso, Gabriele D’Annunzio, il quale per la prima volta aveva guidato una missione che, con questi primi aerei biplani si era recato a Vienna compiendo un viaggio di più di 100 km. D’Annunzio rinunciò a questa missione che venne dunque presa in carico da Arturo Ferrarin e una squadra di 22 altri piloti e motoristi che partirono da Roma il 14 febbraio 1920. Ferrarin arrivò in Cina dall’India e dall’Indocina, facendo scalo a Canton, Fuzhou e infine Shanghai il 2 maggio 1920 atterrando all’ippodromo. Restò in città per una settimana, dove fu accolto come “il nuovo Marco Polo” con diversi festeggiamenti e ricevimenti e ripartì infine per Pechino con l’aereo pieno di fiori. Arrivarono a Tokyo il 31 maggio 1920.
Ad Arturo Ferrarin sono dedicati diversi aeroporti tra cui quello di Thiene in provincia di Vicenza, la sua città d’origine, e a mia insaputa anche un aeroporto vicino al mio paese di origine, l’aeroporto di Venegono Inferiore dell’Aermacchi, una nota società aeronautica che fornisce proprio l’aeronautica militare.

Guglielmo Marconi, inventore della radio

Guglielmo Marconi (1874 – 1937), l’inventore della radio premio Nobel nel 1909, proveniente da Nanchino giunse a Shanghai, accompagnato dalla moglie, il 7 dicembre 1933 per restare fino al 12 dello stesso mese. L’entusiasmo in città per l’arrivo del “padre della radio” fu grande, certamente irrobustito dalla stampa cinese. A quel tempo trecentomila shanghaiesi ascoltavano trasmissioni radiofoniche.
A ricevere Marconi alla stazione ferroviaria andarono in tanti, fra cui il rettore dell’Università Jiaotong Li Zhaohuan, che era stata la prima a istituire un corso di radioelettricità. Qualche giorno più tardi, un impianto di emissioni radio fu fondato da Marconi all’Università Jiaotong grazie a dei fondi pubblici. Il giorno della visita all’Università Jiaotong  lo attendevano un migliaio di studenti con in testa il rettore insieme a Cai Yuan Pei, rettore dell’Accademia Sinica delle Scienze. Nel discorso di accoglienza il professor Li Zhaohuan elogiò l’invenzione della radio paragonandola alla scoperta dell’America. Il professor Cai Yuanpei esaltò invece l’utilità della radio nella vita quotidiana, citò le “quattro invenzioni” (la polvere da sparo, la stampa, la bussola, la carta) vanto della Cina e incoraggiò i giovani a studiare con impegno per dare un contributo alla patria.
Marconi fu anche invitato al Palazzo della Scienza ed alla Radio Internazionale Zhenru, radio che doveva diventare la più grande della Cina con impianti interamente prodotti dalla società di Marconi stesso. Il suo viaggio a Shanghai fu un’ottima occasione dunque per pubblicizzare la sua azienda dato che furono molti i giornali a pubblicare la notizia e la risonanza del suo viaggio durò per alcuni mesi.

Svariati altri personaggi italiani viaggiarono in Cina nel secolo scorso. Tra questi possiamo ricordare anche Alberto Moravia, scrittore e giornalista italiano: fu in Cina per la prima volta nel 1937, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, e una seconda volta nel 1967, viaggio da cui trasse il libro “La rivoluzione culturale in Cina”, libro che elogiava parecchio la rivoluzione maoista e il suo progetto di ingegneria sociale che mirava a creare un uomo nuovo abbattendo le differenze e creando invece uniformità. Moravia era molto affascinato dalla civiltà cinese che lui definiva “civiltà intatta”, attirato da temi quali la popolazione, la tradizione o meglio il confucianesimo e i monumenti storici.
In Cina arrivarono anche diversi giornalisti italiani nel 1937: Luigi Barzini Jr. del Corriere della Sera e Sandro Sandri de La Stampa di Torino. Entrambi a Nanchino come inviati di guerra durante l’attacco giapponese alla città, Sandri fu ucciso dagli aeroplani nipponici durante l’evacuazione.
Con l’avvento della Repubblica Popolare Cinese, la Cina suscito’ un vivo interesse negli intellettuali italiani. Nel 1956 arrivò una delegazione italiana di scrittori e intellettuali tra i quali figurava anche Curzio Malaparte, scrittore, giornalista e saggista. Venne pubblicata postuma nel 1964 l’opera “Io, in Russia e in Cina”. Malaparte fu grande ammiratore del popolo cinese (“La Cina e' l' unica civilita' che mi affascina”) e lasciò in dono alla Repubblica Popolare di Mao Zedong la proprietà di Villa Malaparte a Capri  perché ospitasse scrittori cinesi.
Nel 1966 venne a Shanghai Goffredo Parise, scrittore, giornalista e saggista italiano, che ci ha lasciato in eredità il libro “Cara Cina”. Nel libro, egli definisce i cinesi ”un popolo che possiede naturalmente quella qualità che si può conquistare, e con grande spreco di energie, soltanto storicamente. Questa qualità è lo stile", parlando di cucina e calligrafia.
Infine, ricordo velocemente anche Oriana Fallaci, scrittrice e giornalista che venne in Cina nel 1980 e soggiornò sia a Pechino che Shanghai. Nel suo soggiorno nella capitale realizzò una famosa intervista con Deng Xiaoping, pubblicata postuma insieme ad altre interviste con i Grandi del Mondo nel libro “Intervista con il  Potere”.



Questo testo è stato utilizzato per registrare la puntata di Cineserie “Storia degli italiani a Shanghai” al link http://www.spreaker.com/user/8356020/0087-cineserie-storia-degli-italiani-a-s o su http://radiomeyooo.com/

domenica 21 febbraio 2016

Capodanno cinese

Il Capodanno cinese, in cinese "festa di Primavera" (春节, chunjie) o "capodanno lunare" - letteralmente "capodanno agricolo" - (农历新年, nongli xinnian) è una delle più importanti e sentite festività tradizionali cinesi, e celebra per l'appunto l'inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese.

Il calendario tradizionale cinese è un calendario lunisolare, in cui i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio. E’ però detto lunisolare perché lo si fa durare tanto quanto un anno solare (365 giorni) nonostante in realtà sia più corto di circa 11 giorni. La data che corrisponde al capodanno cinese è la seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno (21 dicembre) e di conseguenza la data d'inizio del primo mese lunare per i cinesi, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, ma sempre tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario solare. A partire dal giorno del capodanno, le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la Festa delle lanterne (元宵节, yuanxiaojie).

Mitologia
L'origine mitologica della Festa di Primavera è legata a un'antica leggenda, secondo la quale nei tempi antichi viveva in Cina un mostro chiamato Nian (, che significa anno), che viveva nel mare e aveva le fattezze di un bue con la testa di leone. Il Nian era solito venire sulla terra una volta ogni 12 mesi per minacciare uomini, animali e cose. L'unico modo per sfuggire a questo tributo di sangue era spaventare il Nian, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal fuoco e dal colore rosso. Per questo motivo si festeggia l'anno nuovo con canti, strepitii, botti, fuochi d'artificio, lanterne e con l'uso massiccio del colore rosso. Un'eco di questa leggenda si ritrova anche nella rituale danza del leone, nella quale si sfila per le strade inseguendo una maschera da leone, che rappresenterebbe appunto il Nian.


Festeggiamenti
Il capodanno cinese è una festa famigliare, comparabile al Natale per noi. Le famiglie si riuniscono, cucinano, mangiano assieme, si fanno e ricevono visite di amici e parenti. Si cerca di vestire il più possibile in rosso e adornare le case e le strade con oggetti e ninnoli caratteristici. Sebbene i rituali possano variare anche significativamente da regione a regione, ecco le principali tradizioni (a volte non più osservate pedissequamente, ovviamente):

Alcuni giorni prima
Pulizia radicale e decorazione della casa. La pulizia rappresenta lo spazzare via la sfortuna dell’anno passato, preparandola ad accogliere la fortuna del nuovo anno. Nei primi giorni dopo il Capodanno, infatti, non si spolvererà, per non rischiare di mandar via la fortuna appena arrivata.

Vigilia
Nella sera della vigilia, in ogni famiglia si consuma un sontuoso banchetto, nel quale non manca mai il pesce. Nel nord della Cina sono tradizionali i ravioli di vario tipo.
A mezzanotte (o anche prima), si comincia con i botti, che accompagneranno “lietamente” tutte le due settimane del Capodanno. Sono stata in Cina durante diversi capodanni cinesi e sembra letteralmente di essere nel bel mezzo di una guerra!

Primo giorno (Capodanno cinese)
Il primo giorno del nuovo anno è dedicato all'accoglienza e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Ancor più importante, questo giorno è altresì dedicato alla visita di parenti e amici stretti, e soprattutto dei genitori e dei nonni. Tipica di questa giornata è anche la danza del leone.
In molte zone della Cina ci si astiene dal mangiare carne, specialmente presso i buddisti; inoltre molti considerano di cattivo auspicio accendere fuochi in questo primo giorno, e pertanto il cibo consumato viene spesso cotto nei giorni precedenti.

Secondo giorno (giorno del genero)
Tradizionalmente le donne sposate andavano a trovare i genitori, che vedevano raramente. Questo perché, come si è detto in questo post, tradizionalmente le donne venivano “vendute” alla famiglia del marito e non tornavano più alla loro casa originaria.

Terzo (giorno del cane rosso o giorno del matrimonio dei ratti)
In questi giorni non si dovrebbe uscire di casa perché è il giorno per cui, secondo il calendario cinese, gironzola per le strade il cane rosso, ovvero il dio della rabbia. Per scaramanzia, si ritiene che i litigi siano più facili in questo periodo. Inoltre bisogna andare a letto presto e spegnere le luci perché sempre per i contadini durante la notte si svolgono i matrimoni dei ratti, quindi non bisogna disturbarli o meglio bisogna spegnere tutto così i ratti non vedono nulla, non si sposano e non fanno altri “rattini”.

Quarto giorno (giorno del dio del fornello)
Il giorno in cui torna sulla terra il dio del fornello, dei fuochi per cucinare, andato via dalla terra durante il 24esimo giorno del 12esimo mese lunare. Per il suo arrivo, previsto nel pomeriggio, si celebra offrendo sacrifici di animali, frutta, torte e vino, unito agli immancabili petardi.

Quinto giorno (giorno del dio della ricchezza)
Giorno importantissimo, in cui si dà il benvenuto al dio della ricchezza: ovviamente, ça va sans dire, con uno sproposito di fuochi d’artificio e soprattutto botti, facendo un rumore impressionante per 24 ore (da mezzogiorno a mezzogiorno). Chiunque abbia passato il quinto giorno a Shanghai sa di cosa si parla, tuttavia quest’anno, per problemi di inquinamento, sono stati banditi lo scoppio e la vendita di tutti i fuochi di artificio, non solo a Shanghai ma anche in molte altre città della Cina.
Questo giorno segna anche spesso la riapertura di negozi e uffici, essendo un giorno propizio, e finalmente si possono buttare i rifiuti accumulati durante i giorni di Capodanno. In sintesi, anche se ufficialmente le festività durano ancora quasi 10 giorni, da qui in poi si ritorna a una quasi normalità.

Sesto giorno (giorno della divinità del maiale)
Il giorno in cui si festeggia la ricorrenza della morte di un monaco chiamato “Maestro delle acque chiare”. La leggenda racconta che il monaco aveva pregato tutta una vita perché ci fosse abbastanza pioggia e i contadini non dovessero soffrire la siccità, a seguito della sua morte avvennero molti miracoli. Inoltre questo giorno era il giorno in cui tradizionalmente i contadini pulivano la fosse del letame destinato ai maiali. In questo giorno, ai nostri tempi, le persone si limitano a ripulire la casa di tutti i rifiuti e la sporcizia dei giorni precedenti.

Settimo giorno (giorno dell’uomo)
Il settimo giorno del nuovo anno si celebra la ricorrenza del renri (人日), il giorno della creazione dell'uomo. La leggenda vuole che la dea dal corpo di serpente abbia creato, nel settimo giorno dell’anno, l’uomo e quindi questa festività è considerata una specie di compleanno comune, in cui ogni persona diventa più vecchia di un anno. Ci sono delle pietanze tradizionali per festeggiare la ricorrenza: spaghetti, per simboleggiare la longevità e zuppa di sette vegetali (sedano, spinaci, erba cipollina, aglio, artemisia e rucola) per cacciare gli spiriti diabolici e le malattie.

Ottavo giorno (giorno del completamento) delle feste, il giorno in cui purtroppo si ritorna a lavorare.
Nono giorno (giorno del re del paradiso): i taoisti ritengono che in questo giorno si debba celebrare il re del paradiso, una delle loro divinità. Si devono preparare: 3 piatti di spaghetti lunghi, 3 tazze di tè verde, 5 tipi diversi di frutta e 6 diversi piatti di verdure essiccate.
Decimo giorno (giorno del cibo): a seguito della preparazione di diversi piatti nel giorno precedente, questo è il giorno in cui tutto il cibo deve essere raccolto e finito.
Undicesimo giorno: non c’è nulla, finalmente si fa una pausa.
Dodicesimo giorno (giorno della diarrea): è il giorno in cui i contadini ritenevano fosse più probabile venisse la diarrea a causa del troppo cibo dei giorni precedenti.
Tredicesimo giorno, anniversario della morte del generale Kuan Yu, un generale che cercò di restaurare la dinastia Han e divenne famoso per la sua lealtà, le sue doti di combattente, il senso di giustizia.
Quattordicesimo giorno, vigilia della feste delle lanterne, giorno dedicato alla preparazione delle lanterne per il giorno successivo.

Quindicesimo giorno (Festa delle Lanterne)
La festa che conclude le festività, chiamata yuanxiaojie (元宵节). Un tempo la gente usciva per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate e fuori dalle case si accendevano candele, per guidare gli spiriti beneauguranti alle abitazioni. Oggi queste tradizioni continuano in parte, con lanterne e candele esposte soprattutto nelle piazze e nei templi. Il cibo tradizionale di questo giorno è un dolce di riso, il tangyuan.

Cibo tradizionale
Come già menzionato, ci sono vari piatti tipici del Capodanno, che possono variare da una regione all’altra, ma rimane il fatto che, qualunque sia, il cibo durante il Capodanno cinese deve essere copioso, rappresentando l’abbondanza che, senza dubbio, arriverà nell’anno nuovo. Come tutte le altre tradizioni legate a questa importante festa, anche le pietanze hanno sempre una forte simbologia, il che le rende particolarmente interessanti.

Il cenone di Capodanno (vigilia) è il clou della stravaganza culinaria del capodanno, dura a lungo e soprattutto nel nord viene spesso consumato guardando il Gala di Capodanno sulla CCTV1, un popolarissimo (e a volte controverso) programma televisivo.  

Molti tipi di pietanze possono essere servite, secondo la regione e i gusti della famiglia, ma non possono mancare pollo, servito intero a simboleggiare l’unità della famiglia, e pesce, quest’ultimo in abbondanza in modo da realizzare il proverbio 年年有余 (niannian youyu, "abbondanza per tutto l’anno", dove il carattere si pronuncia quasi uguale a , yu, "pesce"). Nel nord della Cina sono immancabili anche i jiaozi, i ravioli, visti come "pacchetti di ricchezza", dove vengono a volte fatti a forma di lingotti per rinforzare il concetto. Vengono poi serviti gli spaghetti, il più lunghi possibile, per augurare lunga vita a chi li mangia, e il pasto solitamente finisce con la "torta dell’anno" (年糕niangao, il cui nome ancora una volta per assonanza augura un "anno migliore", dato che “gao” di torta è pronunciato come “gao” di migliore) e frutta beneaugurante: arance ( cheng, stessa pronuncia di "successo", ), mandarini (ju, nel cui carattere è contenuto “ji” di fortuna) e pomelo (you, stessa pronuncia di , "ancora", e quasi uguale a ”you”, "avere").

Queste specialità possono essere degustate durante il cenone, ma anche in tutti gli altri giorni dei festeggiamenti, insieme ad altre prelibatezze. Nella Cina orientale e meridionale i ravioli vengono spesso e volentieri sostituiti dagli involtini, la cui forma di lingotto parla da sé, e nel Sud sono molto amati anche i tangyuan, la cui forma e pronuncia richiamano lo stare assieme, la riunione famigliare.

Infine, potevano forse mancare gli snack portafortuna di Capodanno cinese? Ovviamente no! Ce ne sono in realtà moltissimi: datteri rossi a simboleggiare prosperità, semi di melone per la fertilità, fiore di loto per augurare prosperità famigliare e discendenti maschi, arachidi che simboleggiano lunga vita. Al sud, una scelta di 8 (numero fortunato per eccellenza) di questi dolcetti vengono spesso offerti agli ospiti nel cosiddetto "piatto della prosperità". Usanza, per gli adulti, è rimpiazzare i dolcetti con delle hongbao.

Le Hongbao
Il tipico regalo di capodanno sono le 红包 (hongbao, "buste rosse"), buste che contengono sempre e solo denaro, tradizionalmente in forma di monete ma oggi più spesso banconote, il cui valore complessivo può andare da pochi yuan a varie centinaia. Per tradizione, il numero di monete o l’ammontare totale della somma contenuti nelle buste deve essere beneaugurante, generalmente un numero pari "pieno" (100, 500, 1000…) oppure un numero fortunato (666, 888, 999…). I numeri dispari portano sfortuna, fa eccezione 999 perché la pronuncia di 9 (, jiu) è identica a quella di "eterno" (, jiu).

In teoria, il valore delle hongbao non sono i soldi in sé, ma il fatto di avvolgerli in un pacchetto rosso, che porta fortuna e abbondanza. I destinatari principali delle hongbao sarebbero i bambini, che ne ricevono in effetti sempre, a volte con monete di cioccolata. Ma il raggio di distribuzione è oggi estremamente ampio: genitori, parenti, sottoposti, personale di casa e amici possono tutti diventare destinatari di un “pacchetto rosso”.
È usanza che le persone non sposate non distribuiscano hongbao, mentre i figli ne ricevono dai genitori anche una volta accasati. Alcune compagnie cinesi pagano la tredicesima prima del capodanno cinese invece che alla fine dell’anno commerciale.

Come tutti sappiamo la Cina è ormai diventata altamente tecnologica, e applicazioni come Wechat o Alipay permettono di svolgere operazioni ancora inimmaginabili in Europa. Non stupirà quindi che già da un paio d’anni stia prendendo piede il fenomeno delle hongbao digitali, che ci si scambia o si possono ottenere nell’ambito di varie azioni pubblicitarie, su Wechat, Alipay, Weibo ecc ecc. Accaparrarsele è diventato un nuovo passatempo del Capodanno, mentre il business rinfocola la concorrenza tra i colossi dell’IT cinese.

Secondo i dati di Tencent, i cinesi quest’anno si sono scambiati 1 miliardo e 10 milioni di hongbao virtuali via Wechat. Proprio Wechat ha vinto il primo posto come portale per la trasmissione delle hongbao: durante il Galà di Capodanno, Tencent ha reso pubblica la possibilità di vincere 80 milioni di dollari in hongbao virtuali offerte dagli sponsor. Lanciate durante lo show televisivo, per accaparrarsi la hongbao bisognava aprire Wechat, agitare il telefono con la funzionalità dedicata e cercare, con un colpo di fortuna, di acchiapparne una. Sempre secondo i dati di Tencent, gli spettatori hanno “shakerato” il telefono 11 miliardi di volte.

Le vacanze e il Chunyun
Si sa che i lavoratori dipendenti cinesi hanno pochissime vacanze, alcuni solo 5 giorni, a cui si aggiungono i "national holidays", tra i quali il più importante è il Capodanno cinese, che ufficialmente dura 3 giorni ma spesso viene prolungato, dalla compagnia o dal lavoratore stesso.
I lavoratori indipendenti hanno ancora meno giorni liberi, ristoranti e piccoli commerci sono praticamente sempre aperti, anche duranti i giorni festivi ufficiali. Tranne per il Capodanno. Molti piccoli negozi, spacci di cibo e ristoranti, chiudono per diversi giorni, anche settimane, intorno al capodanno, soprattutto quando i proprietari devono affrontare un lungo viaggio per tornare a casa.

Già, il viaggio…non è solo un viaggio: chiamato in cinese chunyun, il "movimento di primavera (di Capodanno)" è un fenomeno talmente impressionante e mastodontico da essersi guadagnato una pagina inglese che porta il suo nome su Wikipedia. Dura circa 40 giorni, ed è la somme di tutte le persone, soprattutto studenti e lavoratori migranti, che si mettono in viaggio per raggiungere la propria 老家 (laojia, "casa, luogo d’origine") per passare le feste con la famiglia. Per molti di loro, soprattutto i lavoratori migranti, è il solo ritorno dell’anno e danno quindi molta importanza a questo viaggio. Le città si svuotano, come chiunque abbia passato il capodanno a Shanghai sa, mentre a riempirsi sono treni, autobus, aerei, e strade. Il chunyun è considerato la più grande migrazione annuale del mondo e quest’anno ha coinvolto quasi 3 miliardi di spostamenti (3 viaggi per ogni cittadino cinese in media) secondo i dati del governo cinese. Baidu, la risposta cinese a Google, ha anche creato una mappa in tempo reale per la visualizzazione degli spostamenti delle persone.

Fino a pochi anni fa i biglietti del treno, il mezzo più utilizzato per lo spostamento dalle grandi città e dalle aree costiere verso l’interno del Paese, non si potevano acquistare online ma solo alla stazione e nelle biglietterie e solamente dai 9 agli 11 giorni in anticipo. Questo creava giganteschi assembramenti o code chilometriche che si snodavano per le vie delle città per accaparrarsi i biglietti: non era raro, fino a pochi anni fa, trovare persone che passavano la notte direttamente davanti alle biglietterie.
Oggi i biglietti si possono comprare online, anche con parecchio anticipo (la situazione migliora ogni anno), e sono nominativi il che facilita di molto la vita di chi vuole partire e aiuta a combattere il fenomeno del bagarinaggio, ma rimangono impressionanti le scene delle stazioni nei giorni più caldi del chunyun: un mare umano, anche perché il controllo di biglietti e documenti all’entrata delle stazioni crea lunghe code.
Negli ultimi anni, in seguito all’aumentare dei veicoli privati in Cina, e anche a causa dell’eliminazione dei pedaggi autostradali nei periodi di "national holidays" (ottobre e chunjie), sono aumentate moltissimo anche le persone che decidono di intraprendere il viaggio in auto, creando ingorghi colossali sulle strade. Tuttavia, io mi sono goduta un fantastico viaggio per la Cina durante il capodanno dell’anno scorso a spese del governo: grazie!

Ai problemi legati alla massa di persone che si muovono contemporaneamente, già di per sé non trascurabili, si aggiunge poi una componente imprevedibile e dagli effetti potenzialmente disastrosi: il tempo. Il capodanno cade infatti sempre in inverno e non di rado il maltempo, soprattutto la neve, ha creato pesanti disagi che, moltiplicati per il numero delle persone in viaggio, sono diventati vere e proprie catastrofi. Nel 2008, un’inusuale tempesta di neve colpì Guangzhou proprio nei giorni delle partenze, gettando nel caos il sistema dei trasporti e bloccando in stazione centinaia di migliaia di persone. L’esercito dovette intervenire per mantenere l’ordine, e lo stesso primo ministro Wen Jiabao si recò a Guangzhou per “visitare” la stazione e rassicurare i viaggiatori che sarebbero riusciti a partire.


Infine, cresce anche il numero delle persone che, invece di mettersi in viaggio verso casa, sceglie il periodo di Capodanno per godersi delle meritate vacanze all’estero. Voli e destinazioni turistiche, soprattutto in Asia ma non solo, conoscono una crescente affluenza cinese, al punto da creare una nuova alta stagione invernale (dopo quella di Natale/Capodanno). Meglio insomma restare a casa e godersi una vuota e incredibilmente silenziosa Shanghai e aspettare momenti più propizi per le meritate vacanze.Il Capodanno cinese, in cinese "festa di Primavera" (春节, chunjie) o "capodanno lunare" - letteralmente "capodanno agricolo" - (农历新年, nongli xinnian) è una delle più importanti e sentite festività tradizionali cinesi, e celebra per l'appunto l'inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese.

Il calendario tradizionale cinese è un calendario lunisolare, in cui i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio. E’ però detto lunisolare perché lo si fa durare tanto quanto un anno solare (365 giorni) nonostante in realtà sia più corto di circa 11 giorni. La data che corrisponde al capodanno cinese è la seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno (21 dicembre) e di conseguenza la data d'inizio del primo mese lunare per i cinesi, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, ma sempre tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario solare. A partire dal giorno del capodanno, le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la Festa delle lanterne (元宵节, yuanxiaojie).

Mitologia
L'origine mitologica della Festa di Primavera è legata a un'antica leggenda, secondo la quale nei tempi antichi viveva in Cina un mostro chiamato Nian (, che significa anno), che viveva nel mare e aveva le fattezze di un bue con la testa di leone. Il Nian era solito venire sulla terra una volta ogni 12 mesi per minacciare uomini, animali e cose. L'unico modo per sfuggire a questo tributo di sangue era spaventare il Nian, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal fuoco e dal colore rosso. Per questo motivo si festeggia l'anno nuovo con canti, strepitii, botti, fuochi d'artificio, lanterne e con l'uso massiccio del colore rosso. Un'eco di questa leggenda si ritrova anche nella rituale danza del leone, nella quale si sfila per le strade inseguendo una maschera da leone, che rappresenterebbe appunto il Nian.

Festeggiamenti
Il capodanno cinese è una festa famigliare, comparabile al Natale per noi. Le famiglie si riuniscono, cucinano, mangiano assieme, si fanno e ricevono visite di amici e parenti. Si cerca di vestire il più possibile in rosso e adornare le case e le strade con oggetti e ninnoli caratteristici. Sebbene i rituali possano variare anche significativamente da regione a regione, ecco le principali tradizioni (a volte non più osservate pedissequamente, ovviamente):

Alcuni giorni prima
Pulizia radicale e decorazione della casa. La pulizia rappresenta lo spazzare via la sfortuna dell’anno passato, preparandola ad accogliere la fortuna del nuovo anno. Nei primi giorni dopo il Capodanno, infatti, non si spolvererà, per non rischiare di mandar via la fortuna appena arrivata.

Vigilia
Nella sera della vigilia, in ogni famiglia si consuma un sontuoso banchetto, nel quale non manca mai il pesce. Nel nord della Cina sono tradizionali i ravioli di vario tipo.
A mezzanotte (o anche prima), si comincia con i botti, che accompagneranno “lietamente” tutte le due settimane del Capodanno. Sono stata in Cina durante diversi capodanni cinesi e sembra letteralmente di essere nel bel mezzo di una guerra!

Primo giorno (Capodanno cinese)
Il primo giorno del nuovo anno è dedicato all'accoglienza e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Ancor più importante, questo giorno è altresì dedicato alla visita di parenti e amici stretti, e soprattutto dei genitori e dei nonni. Tipica di questa giornata è anche la danza del leone.
In molte zone della Cina ci si astiene dal mangiare carne, specialmente presso i buddisti; inoltre molti considerano di cattivo auspicio accendere fuochi in questo primo giorno, e pertanto il cibo consumato viene spesso cotto nei giorni precedenti.

Secondo giorno (giorno del genero)
Tradizionalmente le donne sposate andavano a trovare i genitori, che vedevano raramente. Questo perché, come si è detto in questo post, tradizionalmente le donne venivano “vendute” alla famiglia del marito e non tornavano più alla loro casa originaria.

Terzo (giorno del cane rosso o giorno del matrimonio dei ratti)
In questi giorni non si dovrebbe uscire di casa perché è il giorno per cui, secondo il calendario cinese, gironzola per le strade il cane rosso, ovvero il dio della rabbia. Per scaramanzia, si ritiene che i litigi siano più facili in questo periodo. Inoltre bisogna andare a letto presto e spegnere le luci perché sempre per i contadini durante la notte si svolgono i matrimoni dei ratti, quindi non bisogna disturbarli o meglio bisogna spegnere tutto così i ratti non vedono nulla, non si sposano e non fanno altri “rattini”.

Quarto giorno (giorno del dio del fornello)
Il giorno in cui torna sulla terra il dio del fornello, dei fuochi per cucinare, andato via dalla terra durante il 24esimo giorno del 12esimo mese lunare. Per il suo arrivo, previsto nel pomeriggio, si celebra offrendo sacrifici di animali, frutta, torte e vino, unito agli immancabili petardi.

Quinto giorno (giorno del dio della ricchezza)
Giorno importantissimo, in cui si dà il benvenuto al dio della ricchezza: ovviamente, ça va sans dire, con uno sproposito di fuochi d’artificio e soprattutto botti, facendo un rumore impressionante per 24 ore (da mezzogiorno a mezzogiorno). Chiunque abbia passato il quinto giorno a Shanghai sa di cosa si parla, tuttavia quest’anno, per problemi di inquinamento, sono stati banditi lo scoppio e la vendita di tutti i fuochi di artificio, non solo a Shanghai ma anche in molte altre città della Cina.
Questo giorno segna anche spesso la riapertura di negozi e uffici, essendo un giorno propizio, e finalmente si possono buttare i rifiuti accumulati durante i giorni di Capodanno. In sintesi, anche se ufficialmente le festività durano ancora quasi 10 giorni, da qui in poi si ritorna a una quasi normalità.

Sesto giorno (giorno della divinità del maiale)
Il giorno in cui si festeggia la ricorrenza della morte di un monaco chiamato “Maestro delle acque chiare”. La leggenda racconta che il monaco aveva pregato tutta una vita perché ci fosse abbastanza pioggia e i contadini non dovessero soffrire la siccità, a seguito della sua morte avvennero molti miracoli. Inoltre questo giorno era il giorno in cui tradizionalmente i contadini pulivano la fosse del letame destinato ai maiali. In questo giorno, ai nostri tempi, le persone si limitano a ripulire la casa di tutti i rifiuti e la sporcizia dei giorni precedenti.

Settimo giorno (giorno dell’uomo)
Il settimo giorno del nuovo anno si celebra la ricorrenza del renri (人日), il giorno della creazione dell'uomo. La leggenda vuole che la dea dal corpo di serpente abbia creato, nel settimo giorno dell’anno, l’uomo e quindi questa festività è considerata una specie di compleanno comune, in cui ogni persona diventa più vecchia di un anno. Ci sono delle pietanze tradizionali per festeggiare la ricorrenza: spaghetti, per simboleggiare la longevità e zuppa di sette vegetali (sedano, spinaci, erba cipollina, aglio, artemisia e rucola) per cacciare gli spiriti diabolici e le malattie.

Ottavo giorno (giorno del completamento) delle feste, il giorno in cui purtroppo si ritorna a lavorare.
Nono giorno (giorno del re del paradiso): i taoisti ritengono che in questo giorno si debba celebrare il re del paradiso, una delle loro divinità. Si devono preparare: 3 piatti di spaghetti lunghi, 3 tazze di tè verde, 5 tipi diversi di frutta e 6 diversi piatti di verdure essiccate.
Decimo giorno (giorno del cibo): a seguito della preparazione di diversi piatti nel giorno precedente, questo è il giorno in cui tutto il cibo deve essere raccolto e finito.
Undicesimo giorno: non c’è nulla, finalmente si fa una pausa.
Dodicesimo giorno (giorno della diarrea): è il giorno in cui i contadini ritenevano fosse più probabile venisse la diarrea a causa del troppo cibo dei giorni precedenti.
Tredicesimo giorno, anniversario della morte del generale Kuan Yu, un generale che cercò di restaurare la dinastia Han e divenne famoso per la sua lealtà, le sue doti di combattente, il senso di giustizia.
Quattordicesimo giorno, vigilia della feste delle lanterne, giorno dedicato alla preparazione delle lanterne per il giorno successivo.

Quindicesimo giorno (Festa delle Lanterne)
La festa che conclude le festività, chiamata yuanxiaojie (元宵节). Un tempo la gente usciva per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate e fuori dalle case si accendevano candele, per guidare gli spiriti beneauguranti alle abitazioni. Oggi queste tradizioni continuano in parte, con lanterne e candele esposte soprattutto nelle piazze e nei templi. Il cibo tradizionale di questo giorno è un dolce di riso, il tangyuan.

Cibo tradizionale
Come già menzionato, ci sono vari piatti tipici del Capodanno, che possono variare da una regione all’altra, ma rimane il fatto che, qualunque sia, il cibo durante il Capodanno cinese deve essere copioso, rappresentando l’abbondanza che, senza dubbio, arriverà nell’anno nuovo. Come tutte le altre tradizioni legate a questa importante festa, anche le pietanze hanno sempre una forte simbologia, il che le rende particolarmente interessanti.

Il cenone di Capodanno (vigilia) è il clou della stravaganza culinaria del capodanno, dura a lungo e soprattutto nel nord viene spesso consumato guardando il Gala di Capodanno sulla CCTV1, un popolarissimo (e a volte controverso) programma televisivo.  

Molti tipi di pietanze possono essere servite, secondo la regione e i gusti della famiglia, ma non possono mancare pollo, servito intero a simboleggiare l’unità della famiglia, e pesce, quest’ultimo in abbondanza in modo da realizzare il proverbio 年年有余 (niannian youyu, "abbondanza per tutto l’anno", dove il carattere si pronuncia quasi uguale a , yu, "pesce"). Nel nord della Cina sono immancabili anche i jiaozi, i ravioli, visti come "pacchetti di ricchezza", dove vengono a volte fatti a forma di lingotti per rinforzare il concetto. Vengono poi serviti gli spaghetti, il più lunghi possibile, per augurare lunga vita a chi li mangia, e il pasto solitamente finisce con la "torta dell’anno" (年糕niangao, il cui nome ancora una volta per assonanza augura un "anno migliore", dato che “gao” di torta è pronunciato come “gao” di migliore) e frutta beneaugurante: arance ( cheng, stessa pronuncia di "successo", ), mandarini (ju, nel cui carattere è contenuto “ji” di fortuna) e pomelo (you, stessa pronuncia di , "ancora", e quasi uguale a ”you”, "avere").

Queste specialità possono essere degustate durante il cenone, ma anche in tutti gli altri giorni dei festeggiamenti, insieme ad altre prelibatezze. Nella Cina orientale e meridionale i ravioli vengono spesso e volentieri sostituiti dagli involtini, la cui forma di lingotto parla da sé, e nel Sud sono molto amati anche i tangyuan, la cui forma e pronuncia richiamano lo stare assieme, la riunione famigliare.

Infine, potevano forse mancare gli snack portafortuna di Capodanno cinese? Ovviamente no! Ce ne sono in realtà moltissimi: datteri rossi a simboleggiare prosperità, semi di melone per la fertilità, fiore di loto per augurare prosperità famigliare e discendenti maschi, arachidi che simboleggiano lunga vita. Al sud, una scelta di 8 (numero fortunato per eccellenza) di questi dolcetti vengono spesso offerti agli ospiti nel cosiddetto "piatto della prosperità". Usanza, per gli adulti, è rimpiazzare i dolcetti con delle hongbao.

Le Hongbao
Il tipico regalo di capodanno sono le 红包 (hongbao, "buste rosse"), buste che contengono sempre e solo denaro, tradizionalmente in forma di monete ma oggi più spesso banconote, il cui valore complessivo può andare da pochi yuan a varie centinaia. Per tradizione, il numero di monete o l’ammontare totale della somma contenuti nelle buste deve essere beneaugurante, generalmente un numero pari "pieno" (100, 500, 1000…) oppure un numero fortunato (666, 888, 999…). I numeri dispari portano sfortuna, fa eccezione 999 perché la pronuncia di 9 (, jiu) è identica a quella di "eterno" (, jiu).

In teoria, il valore delle hongbao non sono i soldi in sé, ma il fatto di avvolgerli in un pacchetto rosso, che porta fortuna e abbondanza. I destinatari principali delle hongbao sarebbero i bambini, che ne ricevono in effetti sempre, a volte con monete di cioccolata. Ma il raggio di distribuzione è oggi estremamente ampio: genitori, parenti, sottoposti, personale di casa e amici possono tutti diventare destinatari di un “pacchetto rosso”.
È usanza che le persone non sposate non distribuiscano hongbao, mentre i figli ne ricevono dai genitori anche una volta accasati. Alcune compagnie cinesi pagano la tredicesima prima del capodanno cinese invece che alla fine dell’anno commerciale.

Come tutti sappiamo la Cina è ormai diventata altamente tecnologica, e applicazioni come Wechat o Alipay permettono di svolgere operazioni ancora inimmaginabili in Europa. Non stupirà quindi che già da un paio d’anni stia prendendo piede il fenomeno delle hongbao digitali, che ci si scambia o si possono ottenere nell’ambito di varie azioni pubblicitarie, su Wechat, Alipay, Weibo ecc ecc. Accaparrarsele è diventato un nuovo passatempo del Capodanno, mentre il business rinfocola la concorrenza tra i colossi dell’IT cinese.

Secondo i dati di Tencent, i cinesi quest’anno si sono scambiati 1 miliardo e 10 milioni di hongbao virtuali via Wechat. Proprio Wechat ha vinto il primo posto come portale per la trasmissione delle hongbao: durante il Galà di Capodanno, Tencent ha reso pubblica la possibilità di vincere 80 milioni di dollari in hongbao virtuali offerte dagli sponsor. Lanciate durante lo show televisivo, per accaparrarsi la hongbao bisognava aprire Wechat, agitare il telefono con la funzionalità dedicata e cercare, con un colpo di fortuna, di acchiapparne una. Sempre secondo i dati di Tencent, gli spettatori hanno “shakerato” il telefono 11 miliardi di volte.

Le vacanze e il Chunyun
Si sa che i lavoratori dipendenti cinesi hanno pochissime vacanze, alcuni solo 5 giorni, a cui si aggiungono i "national holidays", tra i quali il più importante è il Capodanno cinese, che ufficialmente dura 3 giorni ma spesso viene prolungato, dalla compagnia o dal lavoratore stesso.
I lavoratori indipendenti hanno ancora meno giorni liberi, ristoranti e piccoli commerci sono praticamente sempre aperti, anche duranti i giorni festivi ufficiali. Tranne per il Capodanno. Molti piccoli negozi, spacci di cibo e ristoranti, chiudono per diversi giorni, anche settimane, intorno al capodanno, soprattutto quando i proprietari devono affrontare un lungo viaggio per tornare a casa.

Già, il viaggio…non è solo un viaggio: chiamato in cinese chunyun, il "movimento di primavera (di Capodanno)" è un fenomeno talmente impressionante e mastodontico da essersi guadagnato una pagina inglese che porta il suo nome su Wikipedia. Dura circa 40 giorni, ed è la somme di tutte le persone, soprattutto studenti e lavoratori migranti, che si mettono in viaggio per raggiungere la propria 老家 (laojia, "casa, luogo d’origine") per passare le feste con la famiglia. Per molti di loro, soprattutto i lavoratori migranti, è il solo ritorno dell’anno e danno quindi molta importanza a questo viaggio. Le città si svuotano, come chiunque abbia passato il capodanno a Shanghai sa, mentre a riempirsi sono treni, autobus, aerei, e strade. Il chunyun è considerato la più grande migrazione annuale del mondo e quest’anno ha coinvolto quasi 3 miliardi di spostamenti (3 viaggi per ogni cittadino cinese in media) secondo i dati del governo cinese. Baidu, la risposta cinese a Google, ha anche creato una mappa in tempo reale per la visualizzazione degli spostamenti delle persone.

Fino a pochi anni fa i biglietti del treno, il mezzo più utilizzato per lo spostamento dalle grandi città e dalle aree costiere verso l’interno del Paese, non si potevano acquistare online ma solo alla stazione e nelle biglietterie e solamente dai 9 agli 11 giorni in anticipo. Questo creava giganteschi assembramenti o code chilometriche che si snodavano per le vie delle città per accaparrarsi i biglietti: non era raro, fino a pochi anni fa, trovare persone che passavano la notte direttamente davanti alle biglietterie.
Oggi i biglietti si possono comprare online, anche con parecchio anticipo (la situazione migliora ogni anno), e sono nominativi il che facilita di molto la vita di chi vuole partire e aiuta a combattere il fenomeno del bagarinaggio, ma rimangono impressionanti le scene delle stazioni nei giorni più caldi del chunyun: un mare umano, anche perché il controllo di biglietti e documenti all’entrata delle stazioni crea lunghe code.
Negli ultimi anni, in seguito all’aumentare dei veicoli privati in Cina, e anche a causa dell’eliminazione dei pedaggi autostradali nei periodi di "national holidays" (ottobre e chunjie), sono aumentate moltissimo anche le persone che decidono di intraprendere il viaggio in auto, creando ingorghi colossali sulle strade. Tuttavia, io mi sono goduta un fantastico viaggio per la Cina durante il capodanno dell’anno scorso a spese del governo: grazie!

Ai problemi legati alla massa di persone che si muovono contemporaneamente, già di per sé non trascurabili, si aggiunge poi una componente imprevedibile e dagli effetti potenzialmente disastrosi: il tempo. Il capodanno cade infatti sempre in inverno e non di rado il maltempo, soprattutto la neve, ha creato pesanti disagi che, moltiplicati per il numero delle persone in viaggio, sono diventati vere e proprie catastrofi. Nel 2008, un’inusuale tempesta di neve colpì Guangzhou proprio nei giorni delle partenze, gettando nel caos il sistema dei trasporti e bloccando in stazione centinaia di migliaia di persone. L’esercito dovette intervenire per mantenere l’ordine, e lo stesso primo ministro Wen Jiabao si recò a Guangzhou per “visitare” la stazione e rassicurare i viaggiatori che sarebbero riusciti a partire.

Infine, cresce anche il numero delle persone che, invece di mettersi in viaggio verso casa, sceglie il periodo di Capodanno per godersi delle meritate vacanze all’estero. Voli e destinazioni turistiche, soprattutto in Asia ma non solo, conoscono una crescente affluenza cinese, al punto da creare una nuova alta stagione invernale (dopo quella di Natale/Capodanno). Meglio insomma restare a casa e godersi una vuota e incredibilmente silenziosa Shanghai e aspettare momenti più propizi per le meritate vacanze. 

Il contenuto di questo post è stato utilizzato per realizzare le due puntate sul capodanno cinese su Radio Meyooo, disponibili al link radiomeyooo.com per l'ascolto in streaming o il download. Disponibile anche su Ipodcast per tutti i possessori di Apple device.