L’estate si avvicina, tutti abbiamo voglia
di vacanze, anzi sogniamo le agognate vacanze, e lo stesso fanno i cinesi.
L’industria del turismo è infatti in piena crescita, con vantaggi, svantaggi,
problemi e grandi opportunità per tutti.
Premessa
La Cina è stata per lungo tempo un Paese
economicamente “autosufficiente” e chiuso politicamente. Non solamente durante
gli anni più duri del maoismo, ma anche durante l’era imperiale precedente: la
Cina è sempre stata storicamente un paese isolato e poco interessato
all’esplorazione, tanto che i primi contatti con l’Occidente si hanno durante
il 19° secolo con le guerre dell’oppio.
La nuova apertura economica e la
globalizzazione hanno tuttavia sradicato quest’atteggiamento e i cinesi si
stanno pian piano aprendo alla scoperta del mondo, favorendo la crescita
esponenziale dell’industria del turismo. Tra i fattori che hanno portato a
questo cambiamento troviamo sicuramente l’innalzamento delle condizioni socio-economiche,
in particolare del reddito disponibile in Cina, ma anche una serie di politiche
governative in supporto alla promozione del turismo stesso. Il China National Tourism
Administration (CNTA) è l’ente incaricato di seguire tutte le attività
relative al turismo sia outbound (Cina verso altri paesi) che inbound (altri
paesi verso Cina). A partire dal 1997, una serie di agevolazioni
al turismo outbound sono state emesse, tra cui l’allentamento progressivo
delle condizioni per uscire dal paese, ma anche agevolazioni nel rilascio delle
licenze alle agenzie di viaggio che si occupano di turismo outbound e aumento
dei giorni di ferie che i cittadini cinesi possono dedicare al turismo. Le tre
grandi occasioni sono rappresentate dal capodanno cinese (tra gennaio e
febbraio), la Festa della Repubblica (ottobre) e la festa dei lavoratori
(maggio) alle quali si aggiungono una serie di festività sparpagliate durante
l’anno in cui i cinesi godono ormai di almeno un giorno di vacanza intero.
Caratteristiche del turismo outbound cinese
Nel 2015, ci sono stati ben 120 milioni di
turisti cinesi che sono andati all’estero, un aumento del 12% rispetto al 2014.
Nel 2007, per meglio comprendere i dati, i turisti cinesi erano circa 40
milioni, il che rappresenta un aumento pari al 300%. Uno studio prevede che nel
2019 il numero dei turisti cinesi raggiungerà i 174
milioni.
Le 10
maggiori destinazioni del turismo cinese sono innanzitutto i paesi
asiatici, sia per vicinanza geografica che culturale. Quindi, Giappone,
Tailandia e Corea del Sud. Seguono Stati Uniti, Singapore, Australia, Russia,
Indonesia e Nuova Zelanda. Il decimo paese è la Gran Bretagna, primo paese
europeo per visite cinesi. I turisti cinesi sono anche i più spendaccioni: secondo le
statistiche, nel 2014 i cinesi hanno speso 165 miliardi di
dollari, mentre secondo i dati più recenti, nel 2015 dovrebbero aver speso
quasi 200 miliardi di dollari. La fonte maggiore delle loro spese è ovviamente
lo shopping, che ammonta al 57.76% del totale, seguito da alloggio,
trasferimento e vitto.
L’Europa viene subito dopo i paesi
asiatici come meta più richiesta. Data la lontananza, è la meta più ambita per
i viaggi più lunghi, spesso con la combinazione di diversi paesi e città in un
viaggio solo, vista anche la politica per i visti, abilitata solitamente per
tutta l’area Schengen (attualmente hanno aderito 26 paesi europei).
Per quanto riguarda le fasce di età, la
Cina ha dei turisti particolarmente
giovani: oltre il 56% dei turisti sono di età compresa tra i 36 e i 27
anni, il 26% tra i 36 e i 46 anni, l’11% più giovani di 27 anni e solamente il
6% è composto da persone dai 46 anni in su.
La modalità tuttora prevalente per i
viaggi è rappresentata dai Tour Operator (agenzie di viaggio, agenzie
turistiche, organizzazioni turistiche private, ecc.) che organizzano viaggi di
gruppo più o meno lunghi dove si compra un pacchetto e il turista si dimentica
di tutto il resto, ci pensa l’agenzia. Si tratta di persone appartenenti alle
generazioni degli anni ‘50 e ’60, abbastanza ricchi e disposti a viaggiare nei
più famosi posti in tutto il mondo nel più breve tempo possibile come
dimostrazione del loro status symbol personale.
Dai viaggi organizzati ai viaggi “fai da te”
Le caratteristica tuttavia più interessante
che si è manifestata di recente è la tendenza, soprattutto per i turisti più
giovani, ad abbandonare i viaggi di gruppo, preferendo invece il viaggio “fai
da te”. Diversi fattori portano a questo tipo di scelta: dall’interesse
culturale al risparmio economico alla voglia di fare un’esperienza non
convenzionale.
Partendo da esperienze pregresse quali
precedenti viaggio di lavoro, oppure ottimi resoconti ricevuti dagli amici, o
semplicemente interessi personali, i nuovi turisti cinesi, giovani, pianificano
e comprano i loro viaggi in totale autonomia, ovviamente grazie all’aiuto di
Internet. Costa meno e permette loro di vivere un’esperienza unica. Si
accontentano di strutture ricettive non particolari, come gli ostelli e i
B&B, ma non disdegnano nemmeno essere ospitati da amici o famiglie locali.
Non sono solamente interessati allo shopping, ma amano anche interagire con la
cultura locale, intrattenere relazioni con i residenti e provare i cibi del
posto. Sono di conseguenza meno attratti dalle classiche destinazioni
turistiche, ma sono disposti a spendere somme anche cospicue se l’attività
proposta è nei loro interessi. Una parte cruciale è infine giocata dalla
condivisione di esperienze: sia durante il viaggio sia una volta tornati a
casa, è necessario pubblicare foto e impressioni sui social media più in voga,
in particolare Wechat e Weibo. Si avvicinano insomma sempre di più ai loro
coetanei stranieri. Una mia amica cinese tiene per esempio un blog su Wechat
con le sue esperienze di viaggio: abituata a viaggiare 3 o 4 volte all’anno
fuori dalla Cina, è una turista “fai da te”, prenota tutto su Internet in
maniera autonoma e il motivo principale dei suoi viaggi è visitare qualche
conoscente o esplorare mete tropicali, spesso attraverso il diving. Il suo blog
racconta tutte le sue esperienze ed è corredato di foto, d’informazioni su come
raggiungere un determinato luogo, cosa poter fare, i prezzi delle diverse
attività e, naturalmente, una sessione interamente dedicati ai luoghi migliori
dove assaporare le pietanze locali.
Problemi e possibili soluzioni
Quando 120 milioni di cinesi si muovono in
giro per il mondo, è naturale che questo spostamento crei dei problemi o dei
disagi di varia natura. La maggiore parte dei turisti cinesi infatti rimane
ancorata alla propria cultura tradizionale, soprattutto per chi è all’estero
per la prima volta. Ma ciò di cui si fanno infelicemente portavoci sono i loro
comportamenti maleducati e spesso irrispettosi.
Di sicuro tutti ricordano, dato che ha
avuto riscontro anche sulla stampa
italiana e che addirittura Wikipedia
presenta una pagina dedicata al fatto, il 15enne cinese di Nanchino che ha
inciso un graffito su una piramide egizia a Luxor. Il giovane irriverente è
stato scovato tramite il suo nome (aveva scritto “Ding Jinhao è stato qui”) dai
netizen cinesi e la sua famiglia è stata costretta a scusarsi pubblicamente
anche con l’Egitto. Si
sono discolpati dicendo che non avevano mai pensato di riferire al ragazzo
che fare graffiti ovunque è una cosa sbagliata (!!!).
Celebre anche la scena della babysitter
(Ayi) cinese che lascia
fare i bisogni al suo piccolino di fianco al negozio di Burberry a Londra.
Citare episodi simili può diventare lungo dato che accadono un po’ ovunque, da
Hong Kong agli autogrill della Germania. Io personalmente ho assistito alla “pisciata”
di un bambino di una decina d’anni, liberata da un ponte all’interno di un
parco nazionale. Quando disgustata ho fatto notare che sulla mappa i bagni
erano molti e tutti segnalati, mi è stato arrogantemente risposto che erano
troppo lontani.
Alle Maldive, i proprietari degli hotel
erano addirittura stati costretti a ritirare
i bollitori dalle stanze perché i cinesi, anziché andare a mangiare nei
ristoranti del luogo, preferivano degustare ciotole di spaghetti istantanei
(per chi si chiede cosa siano, si tratta di spaghetti disidratati aromatizzati
vario modo che, una volta aggiunta dell’acqua, possono essere immediatamente
mangiati).
In generale, come racconta molto bene una
cinese di nome Echo Wang nel libro “Pig
on the loose” (letteralmente “Maiali in libertà”), i cinesi offrono spesso
l’immagine del turista rude, arrogante, maleducato, incivile, poco attento all’igiene
e distruttivo: un maiale allo sbando, appunto. Soprattutto quando si muovono in
gruppo, tendono a parlare a voce molto alta e a dedicarsi a variegate attività
tra cui ruttare, sputare, liberarsi il naso a terra e fare flatulenze in
pubblico. Sono soliti saltare le file agli aeroporti e creare grandi ingorghi
agli sportelli: uno fa la coda e tutti gli altri lo raggiungono dopo. Nei
ristoranti sporcano, masticano rumorosamente e spesso fumano, ignorando i
divieti. Negli alberghi tengono la porta aperta per comunicare urlando da una
stanza all’altra. Nei bagni non sempre sanno come usare le tazze perché
abituati alle turche, sporcano in giro e non tirano l’acqua. Negli spazi
pubblici non hanno nessun interesse a tenere pulito e ordinato, anzi
abbandonano i loro rifiuti ovunque senza preoccuparsi di lasciare il luogo come
l’hanno trovato.
Benché tutte queste attività siano
assolutamente consuete in Cina e non creino assolutamente nessun problema, lo
stesso non si può per le altre nazioni. Non di rado i ristoranti e gli alberghi
si rifiutano di ospitare cinesi per non perdere altri clienti, annoiati e
infastiditi dai suddetti comportamenti.
Per contrastare la brutta immagine estera
che i cinesi danno di sé, la CNTA ha
redatto, nell’autunno 2013, una “Guida di comportamento civile all’estero”,
composta di 64 pagine di regole anti-maleducazione. I consigli sono tra i più
disparati, da non mettersi le dita del naso in pubblico, a non chiamare negri
gli africani a non rubare il giubbotto di salvataggio sull’aereo. Ci sono anche
regole dedicate ai costumi del luogo, come non regalare crisantemi in Francia e
fazzoletti in Italia, o chiedere la carne di maiale nei paesi arabi.
Per questo come per tanti altri ambiti, la
chiave di svolta è l’educazione. Come dice Echo, bisogna educare le persone al
rispetto reciproco fin da bambini, stigmatizzando e punendo i comportamenti
scorretti e oltraggiosi. Propone addirittura multe salate per i cinesi
maleducati e un sistema a punti per le agenzie di viaggio che portano in
vacanza i buzzurri: che possa funzionare?
Il testo di questo post è stato utilizzato
per realizzare la puntata “Maiali in libertà”, disponibile sul sito di Radio Meyooo e come podcast su Ipodcast
cercando “Radio Meyooo”.