domenica 29 novembre 2015

L'ultimo laowai cinese

Lo scorso 18 ottobre è stato l’anniversario della morte di Sydney Shapiro, l’ultimo sopravvissuto tra gli occidentali a cui era stata riconosciuta la cittadinanza cinese dal partito comunista. Shapiro si è spento a Pechino il 18 ottobre 2014 e la ricorrenza mi ha ricordato questa parte della storia cinese, poco conosciuta ma che mi ha tuttavia molto affascinata.


Normalmente, a ragion veduta, sono i cinesi a voler prendere una cittadinanza straniera perché la Cina rimane cmq un paese autoritario, dove non vige (molta) libertà personale, di parola ed espressione, di pensiero, per non parlare di quella di muoversi. Non da ultimo, l’articolo di una taiwanese incinta di 36 settimane che partorisce su un aereo per Los Angeles dopo essersi assicurata di essere già in spazio aereo americano.
Non è decisamente il caso di Sydney Shapiro e degli altri stranieri naturalizzati cinesi dai comunisti.

Sydney Shapiro era un americano nato nel 1915 che, come molte persone della sua età, fu chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale e fu poi scelto dall’esercito per imparare la lingua cinese in attesa di un possibile sbarco americano in Cina. Nel frattempo si laurea in legge e approda infine a Shanghai nel 1947. Lì, attraverso amici cinesi comuni durante i suoi studi a Yale, incontra Fengzi, un’attrice cinese che da li a poco diventerà anche sua moglie. Fengzi oltre a fare l’attrice, era anche una simpatizzante del PCC ed era l’editrice di un quotidiano rivoluzionario di stampo comunista. Siccome era troppo pericoloso per i due restare a Shanghai dove il partito nazionalista era di casa, scappano insieme a Yan’an e raggiungono le truppe comuniste di Mao. Seguono poi le truppe dell’esercito popolare verso Pechino dove il 1 ottobre 1949 assistono alla proclamazione della repubblica popolare direttamente dalla piazza Tiananmen.
Entrambi decidono di restare in Cina per la loro simpatia nei confronti dei comunisti e lui fa richiesta di cittadinanza cinese (credo anche che non avesse molte altre scelte, qualora volesse rimanere in Cina). La cittadinanza gli viene accordata nel 1963 e, insieme ad altre 6 persone, si tratta di uno dei pochi occidentali naturalizzati cinesi e che rimangono in Cina come tali fino al loro decesso.

Rewi Alley (1897-1987), un neozelandese arrivato in Cina a fine anni venti, affascinato dal paese e da alcuni amici cinesi che aveva conosciuto in Francia durante la guerra. A Shanghai si appassiona alla lotta dei comunisti cinesi, dopo aver visto coi suoi occhi le condizioni in cui i cinesi gravavano. Diventa dunque membro del PCC e tale rimane anche dopo la vittoria, creando e gestendo le cooperative industriali cinesi, delle organizzazioni spesso di origine straniera che avevano lo scopo di sviluppare le tecniche agricole e industriali in Cina.

Israel Epstein (1915-2005, ebreo), un giornalista di origine polacche, installatosi con la famiglia a Tianjin negli anni venti. Contribuì alla formazione di un’associazione che promuoveva la causa politica cinese (instituita dalla moglie si Sun Yat Sen, Soong Qingling) e, dopo essersi sposato e sistemato in America, viene richiamato dalla Soong per diventare l’editore capo di una rivista chiamata “China Today”. Ottiene la cittadinanza nel 1957 e diventa membro del Partito Comunista nel 1964.

Richard Frey (1920-2004, ebreo), un dottore austriaco, arrivato in Cina dopo aver lasciato gli studi di medicina a seguito dell’occupazione nazista dell’Austria. Da sempre attivo politicamente nel Partito Comunista austriaco, si unisce ai comunisti nelle battaglie (come dottore sul fronte e come insegnante di medicina per i cinesi) fino ad arrivare a Yan’an. Entra nel Partito Comunista cinese nel 1944 e decide di restare in Cina dopo la sua vittoria, ottenendo la cittadinanza nel 1955. Continua a praticare come dottore in aree remote del paese.

Ma Haide (1910-1988), un dottore di origine libano-americane. Studiando medicina a Ginevra, incontra diversi asiatici da cui lui e i suoi amici vengono affascinati: tutti decidono di partire x l’Asia e infine si stabiliscono a Shanghai dove aprono uno studio di medicina. Qui conosce Rewi Alley e Soong Qingling che lo introducono ai comunisti. Dopo aver costatato, proprio come Alley, le miserie del popolo cinese e la corruzione del Partito Nazionalista, decide di unirsi ai comunisti a Yan’an per servire come dottore sul fronte. Resta dopo la vittoria ed è il primo straniero a cui viene riconosciuta la cittadinanza.

Hans Müller (1915-1944, ebreo), dottore di origine tedesche, dopo gli studi in Svizzera si sposta in Cina per contribuire allo sviluppo della medicina, in particolare della pediatria. Anche lui approda Yan’an per aiutare i comunisti sul fronte e decide di restare dopo la vittoria. Opera dunque come medico pediatra a Changchun e come professore all’universita di medicina di Shenyang.
Ruth Weiss (1908-2006), un’insegnante e giornalista austriaca che arriva a Shanghai nel 1933 come tutrice e decide di restare, affascinata dal fermento rivoluzionario dell’epoca. Inizia come giornalista, poi diventa insegnante, segretaria, speaker alla radio e infine ritorna in Cina come insegnante. Le viene concessa la cittadinanza nel 1955.

Shapiro, Weiss e Frey vengono riconosciuti “esperti stranieri” nella conferenza politica consultiva del popolo cinese, un’organo consultivo legislativo della PRC, una sorta di camera con soli poteri consultativi e non legislativi.

Io trovo che sia molto interessante ed affascinante riscoprire la storia di queste persone. Ci sono due aspetti che più mi colpiscono delle loro storie. Il primo, è che sono quasi tutti ebrei, un popolo che, storicamente, è abituato a viaggiare, è abituato alla diaspora appunto. Il secondo, è che una volta arrivati in Cina, rimangono tutti affascinati dal fervore rivoluzionario, non solo comunista ma della società più in generale: si trovano di fronte un paese che, dopo essere stato battuto dagli occidentali per circa un secolo (guerre dell’oppio, rivolta dei boxer), ha voglia di rialzarsi, di intraprendere un cammino rivoluzionario di stampo moderno, di fare della Cina qualcosa di nuovo rispetto al passato, ma di forte e potente. Si trovano davanti un paese forte e dinamico, che ha voglia di riscattarsi dal punto di vista politico sociale.
I tempi sono indubbiamente cambiati: gli occidentali e gli stranieri, nella quasi totalità dei casi, arrivano in Cina spinti dalle opportunità economiche che vi intravedono e nella maggior parte dei casi non sono per nulla affascinati dalla cultura di questo paese. D’altro canto, anche la Cina risponde a questo richiamo con una voglia di riscatto solo ed esclusivamente economica, tralasciando invece altri aspetti sociali e culturali.
Non possiamo dunque far altro che cullarci nel ricordo romantico di questi vecchi pezzi di storia.

Il testo di questo post è stato utilizzato per la registrazione della puntata di “Cineserie” su Radio Meyooo, disponibile al link https://www.spreaker.com:443/episode/6903802 in streaming o per il download. Disponibile ora anche su Ipodcast, cercando “Radio Meyooo”.

Per saperne di più sulla storia di Sidney Shapiro, la CCTV cinese ha realizzato un interessante documentario disponibile al link: http://english.cntv.cn/program/documentary/20120216/100867.shtml

domenica 22 novembre 2015

11-11 la Festa dei Single


Se qualcuno si chiede cosa sia successo di veramente importante in e per la Cina durante la settimana dal 9 al 15 novembre 2015, non si deve rimanere sconcertati se la risposta che si ottiene da una qualsiasi persona cinese è “la festa dei single” e non l’incontro tra Xi Jinping e il presidente di Taiwan Ma Yingjiu, che non capitava dal 1949.
L’evento di quella settimana per i cinesi è stato la festa dei single, che di per sè non sarebbe nemmeno così importante se non fosse che da qualche anno a questa parte e’ contraddistinta da incredibili sconti sul piu’ grande portale di e-commerce cinese, ovvero Taobao. Quindi tutti i cinesi hanno speso la giornata dell’11 novembre su Taobao a mai,mai,mai, ovvero comprare, comprare, comprare.
Si dice che l’origine di questa festa sia stata l’iniziativa di un gruppo di studenti single della Nanjing University che, a partire dal 1993, hanno cominciato a fare delle uscite con altri amici/amiche single allo scopo di trovare l’anima gemella. Il giorno prescelto è stato l’11 novembre proprio per la combinazione dei quattro “1” di mese e giorno, che ovviamente simboleggiano il single, la persona sola. La tradizione si e’ tramandata negli anni, e’ fuoriuscita dall’università raggiungendo anche il resto della società che ora le festeggia come una vera e propria festa nazionale.
In cinese viene chiamata “shuang shi yi” (doppio 11) oppure “guang gun jie” (festa dello scapolo). Inizialmente riservata solo agli uomini (guanggun è il termine cinese per indicare lo scapolo), oggi è invece festeggiata da entrambi i sessi che organizzano cene e serate al KTV (il karaoke cinese) dove tutti i single si presentano e, chissà, magari scatta l’amore tra qualcuno! Vi è a quanto pare anche la tradizione di mangiare gli youtiao, dei dolci cinesi fritti molto simili, nella forma, ai churros spagnoli.
C’è stata anche una “festa dello scapolo del secolo” avvenuta l’11-11-2011, alla quale io ero presente. All’epoca abitavo alla Zhejiang University di Hangzhou e devo dire che gli sconti su Taobao non erano ancora il tema principale di questa festa. Invece, io e i miei compagni abbiamo colto l’occasione per fare un po’ di baldoria in discoteca (qualcuno mi dirà: “come se avessimo bisogno di una scusa!”) e immagino che qualcuno abbia anche approfittato della vulnerabilità dei cinesi single nella loro ricerca dell’anima gemella.
Fin qui, insomma, tutto ok, è la vita. Tuttavia, a partire dal 2009, Alibaba, il colosso dell’e-commerce cinese, decide di promuovere la festa praticando sconti incredibili per 24 ore su parte della merce disponibile sul suo portale. Questo seguendo l’idea che "Lo shopping è la cura migliore ai problemi di cuore", nelle parole di Jack Ma, il fondatore di Alibaba. Partendo da guadagni pari a qualche milione di dollari tra 2009 e 2010, l’11 novembre del 2015 Alibaba ha venduto 14.3 miliardi di dollari di merce, rendendo la festa dei single del 2015 il più grande evento di e-commerce del mondo in termini di profitti. Tanto per dare qualche termine di paragone: il più grande evento simile che si tiene negli USA genera un profitto di 1.35 miliardi di dollari; l’anno scorso per lo stesso evento erano stati spesi 9.3 miliardi di dollari: quest’anno c’e’ stato un aumento del 53.7%, superando perfino ciò che gli stessi analisti di Alibaba si aspettavano, ovvero un incremento del 40%.
Quindi, allo scoccare della mezzanotte dell’11 novembre di ogni anno, sui portali di Taobao e Tmall, ma ormai anche su molti altri portali di e-commerce cinesi, scattano gli sconti, così come scattano i click furiosi dei consumatori cinesi. La mia collega ha detto di aver cominciato ad acquistare a mezzanotte e di aver smesso stremata alle 2 di notte. Un altro amico cinese dice di essersi svegliato verso mezzanotte e, guardando fuori dalla finestra, si è accorto che almeno il 50% delle luci del palazzo di fronte al suo erano accese, probabilmente gente in delirio per lo shopping online. Tra i prodotti che i cinesi comprano online non vi è nulla di particolarmente interessante o strano, nella maggior parte dei casi si tratta di elettrodomestici, vestiti e l’immancabile stock di cibo. Tuttavia, mi è stato riferito che qualcuno ha anche comprato delle banconote d’epoca da collezione.
Secondo i dati di Alibaba, sui suoi due portali erano disponibili 40,000 venditori e 30,000 diversi brand provenienti da 25 diverse nazioni. Durante la prima ora di shopping sfrenato si sono registrate 27 milioni di transizioni: questo a testimonianza di quello che il CEO di Alibaba aveva detto ai media, ovvero che la festa dei single di questa’anno era un’occasione per il mondo di testimoniare la potenza del consumismo cinese. Secondo le statistiche, verranno spediti 1.7 milioni di corrieri, mentre 400,000 mezzi di trasporto e almeno 200 aerei conterranno tutta merce comprata l’11 novembre. Io, per esempio, lavorando in logistica, ho sempre problemi nel periodo immediatamente successivo: ritardi su ritardi a causa di tutta la merce comprata che occupa posto nei mezzi di trasporto. Il mio fornitore normalmente mi manda una mail ufficiale con scritto: a causa del doppio 11, tutte le spedizioni potrebbero subire ritardi. Ah, la Cina!
L’e-commerce in Cina e’ oggettivamente il modo più efficace per promuovere i propri prodotti: le stime dicono che 668 milioni di persone sono collegate ad Internet, persone giovani e propense all’uso delle nuove tecnologie e che amano comprare su internet perchè più economico, facile, comodo e veloce, data anche la piccola incidenza che le spese di trasporto hanno sul prodotto finale.
Secondo AgiChina, il giorno 11 novembre il premier Li Keqiang ha contattato personalmente Jack Ma, congratulandosi dei profitti del giorno e dell’iniziativa, simbolo che l’e-commerce è ben visto anche dalla politica come efficace mezzo per promuovere i consumi interni alla Cina, uno dei grandi obiettivi della nuova politica economica del PCC. Data la debole crescita economica cinese registrata quest’anno (6.9%), il partito sta cercando di diminuire la dipendenza della Cina dall’export e di trasformare l’economia cinese in un’economia dei consumi e dei servizi, puntando ai suoi miliardi di persone come grande mercato di sbocco sia per la merce prodotta localmente che per i brand internazionali.
Sempre Agichina parla invece di un rapporto, divulgato dall’Agenzia Xinhua e pubblicato dall’amministrazione statale per l’industria e il il commercio (SAIC), il cui contenuto afferma che il 40% dei prodotti venduti online è contraffatto. Non solo: dal 2013 il SAIC ha registrato un incremento del 365% dei casi di contraffazione e scarsa qualità.
Nonostante le grandi vendite dell’11-11 e nonostante il commercio interno abbia registrato, nella prima meta’ del 2015, un +7% rispetto al 2014, gli economisti sono invece cauti nel dire che l’economia cinese sia sulla giusta via per trasformare il mercato interno in una bilancia degli squilibri delle esportazioni. Si tratta di un mercato ancora inesperto e a cui mancano le misure di prevenzione sociale necessarie per diventare un vero e proprio paradiso del consumismo.
Fortunatamente, le cose comprate su Taobao o Tmall possono essere rese entro 1 settimana dalla consegna se si riscontrano problemi di qualità o contraffazione. Dormite sonni tranquilli, insomma.

Il testo di questo post è stato utilizzato per la registrazione della puntata di “Cineserie” su Radio Meyooo, disponibile al link https://www.spreaker.com:443/episode/7156588 in streaming o per il download. Disponibile ora anche su Ipodcast, cercando “Radio Meyooo”.

lunedì 9 novembre 2015

Il matrimonio del secolo

Ovvero: l’evento dell’anno per tutti i cinesi

L’8 ottobre era il primo giorno di lavoro dopo le vacanze per la festa della repubblica cinese e io avevo vinto con grande gioia un’ispezione doganale in un magazzino disperso in mezzo al nulla nella periferia desolata e desolante di Shanghai. Agglomerati di case fatiscenti, strade dissestate, gente che vaga con mezzi sgangherati e scenari post-apocalittici stile Ken il Guerriero è ciò la periferia di Shanghai ha da offrire: vari non-luoghi (come per esempio il magazzino dove ero diretta) al servizio di più grandi bisogni economici.

Finita l’ispezione, con la macchina del mio broker e una delle sue impiegate, torno invece nello sfavillante centro del lusso shanghaiese dove lavoro, sulla famosa Nanjing Road e il suo Ritz Carlton, ubicato in uno dei tanti centri commerciali che riempiono la via. Proprio di fronte all’hotel si erge invece lo Shanghai Exhibition Centre, un’imponente struttura costruita dai russi nel 1955 in omaggio all’amicizia e cooperazione con il governo cinese. Il centro ospita normalmente esibizioni, mostre e conferenze e quel giorno sembrava particolarmente importante: una miriade di cinesi mai vista in quel luogo vi stava infatti girando attorno. Nella mia ingenuità, mi giro verso la collega e chiedo: “Che mostra c’è da attrarre così tante persone?”. “Ma quale mostra!!”, mi risponde ridendo, “oggi c’è un grande evento, il matrimonio di Angelababy e Huang Xiaoming!”.

Premessa

I lettori devono sapere che il mio ufficio è composto principalmente di cinesi tra i 20 e i 35 anni, i quali passano l’intera giornata a parlare di gossip e di star, come se io assistessi ad una puntata di Studio Aperto o vi fosse qualcuno che facesse la rassegna stampa di Novella 2000 cinese ogni giorno. I cinesi, non solo le donne sia ben chiaro, adorano il gossip e adorano parlare della vita degli altri, in particolare delle star, commentando e scambiandosi opinioni. Benché io venga tremendamente annoiata dai loro discorsi del tipo: quella è incinta, quell’altro si è fidanzato, quei due invece hanno divorziato, sono costretta a sorbirmeli tutti e ogni tanto ne traggo anche qualche informazione interessante. Per esempio, ho chiesto una volta per quale motivo fossero così appassionati di gossip e di vite altrui e mi è stato detto che è sempre meglio parlare e sparlare delle vite di chi non si conosce o delle star che non delle persone che si conoscono: quello sarebbe un po’ come perdere la faccia, un concetto basilare nella cultura cinese. La “faccia” per i cinesi, come definir simo articolo, e’ il loro status sociale, il loro ruolo nella società, il loro modo di rapportarsi agli altri, la maniera in cui si definisce la loro posizione sociale e ne derivano obblighi e doveri. Il concetto di “faccia” per i cinesi è, a mio avviso, molto similare al concetto di “onore” per il Padrino, per alcune società tutt’ora presenti nell’Italia del Sud, per i nostri avi di 100, ma anche meno, direi 50 anni fa. Tornando al gossip, dunque, è meglio parlare delle vite delle star che non di quelle dei vicini creando scontri o attriti tra le persone. Io aggiungo anche una componente molto meno culturale e affascinante, ma altrettanto veritiera: i cinesi non hanno nient’altro di cui parlare. Non essendoci libertà di parola ed espressione, le notizie sono pilotate ed è in generale molto meglio non parlare di questioni sensibili che trattano di politica ed economia, per cui il partito potrebbe arrabbiarsi. Le notizie di gossip, invece, non sono pericolose anzi aiutano la gente a non pensare alla mancanza di libertà.

L’altra notizia interessante che avevo tratto dalle sessioni di gossip è invece chi fosse Angelababy, nota modella, attrice, cantante cinese (di Hong Kong per la precisione). Quindi almeno questa volta non facevo una figuraccia, ma ero invece ben preparata!

Svoltato l’angolo di Nanjing Road per risalire al mio ufficio verso nord, ci troviamo invece davanti una parata di camerieri in frac che camminano composti in fila per due verso l’Exhibition Centre. Alla mia esclamazione “Wow, quanti camerieri!!”, l’autista che mi portava in giro, un panzone cinese sulla quarantina, faccia butterata, denti gialli dal fumo e canotta o maglietta bianca obbligatoriamente macchiata di qualunque cosa di commestibile vi sia sulla terra, mi guarda e mi dice: “300, ho letto che ci sono in tutto 300 camerieri alla cerimonia!”. Che bello sapere che in Cina anche l’autista si interessa delle notizie di gossip dell’ultima soubrette del momento, la dice davvero molto lunga sulla loro cultura del gossip. Non sto nemmeno a dirvelo: il vero lavoro della giornata e’ stato incollarsi ai vetri del nostro ufficio per vedere e commentare il via vai, chi arrivava, con che macchine, quanta gente c’era.

Comunque, Angelababy e Huang Xiaoming sono due star cinesi che hanno deciso di fare una cerimonia incredibile a Shanghai, luogo di nascita di lei. I due si erano già sposati civilmente a Qingdao: scrivo questa informazione non perché mi interessi (non me ne può fregar di meno, a dir la verità), ma perché voglio fare un brevissimo excursus sulla procedura civile del matrimonio cinese. In Italia, ma non solo, anche se ci si sposa solamente in comune, si assiste comunque ad una bella cerimonia, spesso accompagnata da un rinfresco. Dopo aver prenotato il giorno, il sindaco, o chi ne fa le veci, si presenta in una bella sala imbandita di fiori con una fascia dell’Italia in spalla dove tutti gli invitati sono pronti a festeggiare, congratularsi, applaudire dopo un breve discorso e dopo la proclamazione dell’avvenuto matrimonio. In Cina nulla di tutto ciò avviene: sposarsi e’ come andare a prendere il prosciutto dal macellaio del supermercato. Si arriva solitamente in un orrendo palazzo fatiscente dell’Ufficio per gli Affari Civili, si prende un bel numerino, si aspetta il proprio turno seduti su panche di plastica sgangherate in un ambiente impersonale, pieno di sconosciuti e, anche qui ve lo potrete immaginare, dove l’igiene e la pulizia non sono proprio di casa, e, con tutti i documenti richiesti (una sfilza infinita, a maggior ragione se chi si sposa e’ uno straniero dato che bisogna anche presentare tutte le traduzioni asseverate dei suddetti documenti! Mi passa la voglia di sposarmi al solo pensiero), un comune impiegato dell’ufficio ti rilascia il tuo certificato di matrimonio rosso, con un bello stemma della Repubblica Popolare Cinese, ovvero del Partito Comunista Cinese, con tanto di falce e martello. Molto romantico insomma.

Pre-cerimonia

I cinesi dunque distinguono il rito civile da quello che io chiamerei “sociale”, la cerimonia vera e propria, che e’ anche la parte più interessante. In tempi antichi, quando i matrimoni erano ancora combinati e non dipendevano dalla volontà dei due sposi, vi era una figura chiamata broker matrimoniale che si occupava di vedere se entrambe le famiglie erano d’accordo al matrimonio e di colmare eventuali diverbi. In tempi moderni, invece, questa figura e’ scomparsa o passata in secondo piano: il figlio/a presenta il fidanzato/a alla famiglia, la quale, dopo le classiche domande di rito (che lavoro fai? Quanto guadagni? Hai la casa? Hai la macchina?) comunicano la loro approvazione o meno al suddetto matrimonio. E’ invece tuttora in vigore, come mi e’ stato riferito da diversi cinesi, la pratica del suanming: il broker stesso, oppure un indovino, deve analizzare le date di nascita dei due ragazzi per predire se la coppia può sposarsi e avere un futuro felice. Una pratica di divinazione vera e propria insomma. Giuro che conoscevo una ragazza che si è lasciata col suo fidanzato perché il risultato del suanming non era stato positivo! Comunque, se il risultato è positivo, le due famiglie procedono col decidere una data propizia per la cerimonia secondo un libro chiamato tongsheng, che sostanzialmente è un almanacco di divinazione che elenca le date propizie a svolgere determinate mansioni, tra cui il matrimonio.

Nel caso dei nostri due giovani fanciulli era l’8 ottobre, e quale data migliore che combina l’8, tradizionalmente collegato alla fortuna per i cinesi, con ottobre, il mese del trionfo comunista in Cina, avvenuto l’1 ottobre 1949!

Poi, si passa all’album del matrimonio, una parte cruciale ancor più della cerimonia stessa. Alcuni dati dicono che l’85.63% delle coppiette ritengono una priorità assoluta l’album fotografico, seguita dal banchetto nuziale per il 78.74%.
L’album viene creato, nella maggior parte dei casi, in precedenza alla cerimonia, non come in Italia dove l’album viene creato il giorno stesso del matrimonio. In Cina, infatti, contiene solamente le foto dei due sposi e non della cerimonia stessa e le foto vengono solitamente mostrate durante l’evento. La sua creazione viene affidata ad un’agenzia specializzata in questo tipo di scatti in cui gli sposi vengono ritratti in svariati luoghi, con svariate pose e soprattutto abiti. Mentre durante gli anni del comunismo maoista le persone avevano paura a mostrare la ricchezza con grandi celebrazioni matrimoniali, ora non si bada a spese perché sia banchetto che album fotografico rappresentano un’occasione per far mostra della ricchezza e dello status della famiglia. A maggior ragione considerato il fatto che entrambi gli sposi sono figli unici: le loro famiglie sono ben disposte a spendere ingenti quantità di denaro. Si è dunque passati dagli scatti in luoghi turistici tipici cinesi, a sfarzosi vestiti di marca di forgia occidentale a vere e proprie spedizioni internazionali a Parigi, New York, Maldive per scattare le tanto sospirate fotografie. Le ragazze cinesi impazziscono letteralmente per queste foto, per la posa, il trucco, l’estetica ed è per questo che ultimamente quando si parla di matrimonio in Cina si cita la parola inglese “frenzy”, che significa frenesia. L’album può costare da 6000 rmb (800 euro circa) fino a 45000 rmb (6,500 euro circa) per un fotografo professionista e un album scattato all’estero.

I nostri due fanciulli hanno scelto come location del loro matrimonio Parigi, con fantastiche pose a Notre dame, alla Tour Eiffel, con svariati vestiti, incluso un completo baroccheggiante di D&G per lui e dei gioielli di Chaumet per lei. Non sono mancate le foto con i tradizionali abiti cinesi, rivisitati attraverso stravaganti accessori (si parla di un paio di occhiali rotondi stille Harry Potter per lui e di un fermaglio da pavone per lei).

La cerimonia

La coppietta dell’anno cinese, comunque, ha deciso di sposarsi a Shanghai perché lei è originaria di qui e, a detta delle mie colleghe paparazze, è stato scelto lo Shanghai Convention Centre perché nessun’altro luogo aveva così tanti tavoli da ospitare 3000 persone, ovvero gli invitati. Quindi, siccome i tavoli della cerimonia nuziale cinese sono solitamente da 10 persone, vi erano all’incirca 300 tavoli. Tra gli invitati si dice vi siano stati circa 100 star dello spettacolo, tanto che i cinesi hanno descritto la situazione coniando una frase che dice, più o meno, “metà dell’industria dell’entertainment era invitata”. Per l’evento sono anche stati ingaggiati circa 300 camerieri (io li ho visti in carne e ossa camminare dal Ritz Carlton al centro, e questa informazione mi è stata dato dall’autista che mi porta in ispezione, uomo cinese col panzone e possibilmente la canotta bianca macchiata, segno che anche un vero uomo come lui è interessato al frivolo argomento).

All’ingresso del centro vi era una grande composizione floreale con al centro le lettere “Ah” a simboleggiare i loro due nomi. Composizione che è tra l’altro servita come “wall of fame” per tutte le star partecipanti che hanno scattato foto davanti.

La cerimonia si è composta di due parti: la tradizionale cerimonia del tè nel pomeriggio, dove i due sposini sono arrivati vestiti in abiti tradizionali cinesi rossi. Il tè tradizionalmente era un regalo che componeva la dote della sposa e che quindi veniva donato alla famiglia del marito dopo che la sposa aveva fatto una processione dalla sua casa di nascita a quella del marito (dove di fatto veniva venduta). Arrivata li, portava diversi doni, tra cui appunto il tè che si beveva durante questa cerimonia (ma anche durante il banchetto nuziale) in cui gli sposi dovevano prostrarsi davanti (all’imperatore), alle divinità, agli antenati, ai genitori e agli anziani della famiglia e infine inchinarsi reciprocamente.

La seconda parte della cerimonia comprende invece il banchetto vero e proprio, che varia dalle 5 alle 10 portate ed è tradizionalmente pagato dalla famiglia dello sposo, mentre dell’alcol se ne occupa la famiglia della sposa. I nostri due sposini cinesi si sono qui presentati in abiti da matrimonio occidentali, con un vestito di Dior per lei con strascico e un completo di Tom Ford per lui. Secondo l’edizione cartacea del 12 ottobre 2012 del People’s Daily (letteralmente “Il quotidiano del popolo”, il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese), il matrimonio è costato circa 200 milioni di yuan (28,970,800 di euro).

Conclusioni

Sposarsi in Cina è una faccenda molto complessa e soprattutto costosa. Si parla di un’industria di 80 miliardi di dollari secondo i dati del 2013. Ogni anno, circa 10 milioni di coppie cinesi si sposano e per una cerimonia nuziale semplice, completa di un modesto album fotografico, si spendono circa 200,000 rmb (29,000 euro circa), ma per molti matrimoni si arriva tranquillamente a 1 milione di rmb (145,000 euro circa).

I lettori con la febbre gialla si facciano quindi bene i conti in tasca prima di portare all’altare il compagno/a della loro vita, altrimenti rischiano di essere lasciati per strada.

Ma la cosa veramente interessante sono le reazioni che tale matrimonio ha scatenato.

1- Una delle mie colleghe ha commentato che il matrimonio di Angelababy è stato seguito molto di più della visita di Xi Jinping in America avvenuta all’incirca nello stesso periodo. Quella stessa sera, in tv, tutti i canali erano focalizzati nella trasmissione della cerimonia, nelle interviste alle star presenti e ai fan che hanno riempito la zona fino a notte fonda.

2- Le agenzie di wedding planning si sono già sbizzarrite nei commenti e nei consigli ad altri futuri sposi per ricreare la stessa atmosfera mozzafiato degli adorabili piccioncini. Alcuni siti già abbondano di consigli soprattutto per quanto riguarda l’album fotografico: è importante essere naturali, non troppo seri e divertirsi, che dovrebbe essere la chiave vincente della perfetta cerimonia. In pratica, le agenzie si dicono capaci di ricreare un matrimonio come quello di Angelababy che, a quanto pare, sarà il sogno delle future sposine cinesi.

3- Il quotidiano del popolo, unitamente ad altri blog filo-governativi, hanno invece espresso pareri meno entusiasti. Secondo loro, le star hanno un incredibile influenza sulla società e sui cittadini e vengono percepiti dal popolo come modelli da seguire. Sono dunque obbligati a promuovere valori corretti: la loro stravaganza può essere male interpretata dai cittadini che potrebbero quindi diventare ossessionati dall’idea di perseguire uno stile di vita lussuoso. Sono sostanzialmente preoccupati della moralità dell’atto in sé.

Nient’altro rispetto a una buona dose di sano e succulento gossip riesce a scatenare in questo paese tanto rumore. Rimando a quanto detto in precedenza nella promessa per i miei commenti personali: il gossip non è pericoloso, come lo possono diventare politica, economia e problemi sociali. Meglio dunque annientare questo tipo di interessi e resettare il cervello riempiendolo di stupidi gossip matrimoniali. That’s China today.

PS.
Questo materiale è stato utilizzato per realizzare la puntata "Matrimonio del secolo" su Radio Meyooo, la prima e nuovissima radio degli italiani in Cina. Puntata intera disponibile su www.spreaker.com:443/episode/6845870 o su Itunes cercando "Radio Meyooo".