Chi, cosa, come

Sono arrivata in Cina esattamente il 26 agosto del 2011 per studio. Genericamente, dato che non è il caso di dilungarmi tipo CV, dirò che sono laureata in Lingue Straniere e Scienze Politiche, il che spiega almeno due delle mie passioni: la politica e la Cina. Durante il mio primo anno cinese, ho avuto sia l’intraprendenza sia la fortuna di trovare un lavoro, merce piuttosto rara di questi tempi. A giugno 2012, mi trasferisco a Shanghai e da allora ho sempre vissuto qui, nella cosiddetta Perla d’Oriente, una città che non smetterà mai di affascinarmi ogni giorno che passa. Le vicende di cui vorrei raccontarvi possono essere accadute in questa città o in altre, la maggior parte si è verificata o si verificherà in Cina, altre in Asia, un paese ed un continente a cui mi sento in qualche modo legata.

Lavoro, in questo momento almeno, per una grande azienda di moda e mi occupo di logistica, non esattamente l’attività più interessante della terra. Tuttavia, in qualche modo si deve pur campare e, mi rincresce dirlo ma a me piacciono onestà e franchezza, non ritengo di far parte di quella cerchia di persone che può permettersi di decidere cosa fare da grande seguendo le proprie passioni. Life is tough, almeno per ora. In ogni caso, sono riuscita ad individuare almeno tre vantaggi di questo lavoro. Innanzitutto, la logistica è un campo ad alto contenuto di praticità e a me piace occuparmi e parlare della concretezza, non di aria fritta (apro una parentesi: nel mondo attuale si è sostituito il termine “aria fritta” con il termine più marketing-friendly “progetto”. Ad ascoltare certe persone, c’è sempre un “progetto”, e quando si domanda ingenuamente “progetto di cosa?”, non sempre si ottengono risposte esaustive o comprensibili). In secondo luogo, mi permette di vivere in Cina e di nutrirmi di ciò che succede in questo paese che ho studiato fino allo sfinimento. Infine, adoro viaggiare e Shanghai è un ottimo punto di partenza per svariate mete orientali.

Quindi mi piace la Cina, mi piace viaggiare, mi piace il dinamismo di questo continente e mi piace cambiare con frequenza. Non mi piace la staticità, i piccoli paesi di provincia, la gente che dice “tutto il mondo è paese” pur non avendo mai visto il mondo. Mi piace scoprire il mondo e provare cose nuove che ancora non conosco, mi piacciono le differenze e tutte le sfumature che l’uomo, inteso come essere umano, può assumere in diversi paesi e culture. Non mi piace invece l’attaccamento superficiale alle propria cultura e alla proprie abitudini, la ristrettezza di vedute e la chiusura di mente. Mi piace l’idea che siccome io posso cambiare, anche le cose che non ci piacciono possano cambiare. Non mi piacciono le persone che cercano di frenare il cambiamento adducendo come motivazione la difficoltà nel raggiungerlo: significa che hanno solo da perderci. Mi piace spendere tante energie in ciò in cui credo e faticare per raggiungere degli obiettivi: infatti, mi piace correre. Non mi piacciono le persone a cui viene tutto facile e che non hanno dovuto combattere per ottenere dei risultati: i cattolici si consolano pensando che la giustizia non è di questo mondo, io spero di asfaltarli con la mia tenacia e finché sono in questo mondo.

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