Lo scorso 18 ottobre è stato l’anniversario della morte di Sydney Shapiro,
l’ultimo sopravvissuto tra gli occidentali a cui era stata riconosciuta la
cittadinanza cinese dal partito comunista. Shapiro si è spento a Pechino il 18
ottobre 2014 e la ricorrenza mi ha ricordato questa parte della storia cinese,
poco conosciuta ma che mi ha tuttavia molto affascinata.
Normalmente, a ragion veduta, sono i cinesi a voler prendere una
cittadinanza straniera perché la Cina rimane cmq un paese autoritario, dove non
vige (molta) libertà personale, di parola ed espressione, di pensiero, per non
parlare di quella di muoversi. Non da ultimo, l’articolo di una taiwanese
incinta di 36 settimane che partorisce su un aereo per Los Angeles dopo essersi
assicurata di essere già in spazio aereo americano.
Non è decisamente il caso di Sydney Shapiro e degli altri stranieri
naturalizzati cinesi dai comunisti.
Sydney Shapiro era un americano nato nel 1915 che, come molte persone della sua età,
fu chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale e fu poi scelto
dall’esercito per imparare la lingua cinese in attesa di un possibile sbarco
americano in Cina. Nel frattempo si laurea in legge e approda infine a Shanghai
nel 1947. Lì, attraverso amici cinesi comuni durante i suoi studi a Yale,
incontra Fengzi, un’attrice cinese che da li a poco diventerà anche sua moglie.
Fengzi oltre a fare l’attrice, era anche una simpatizzante del PCC ed era
l’editrice di un quotidiano rivoluzionario di stampo comunista. Siccome era
troppo pericoloso per i due restare a Shanghai dove il partito nazionalista era
di casa, scappano insieme a Yan’an e raggiungono le truppe comuniste di Mao.
Seguono poi le truppe dell’esercito popolare verso Pechino dove il 1 ottobre
1949 assistono alla proclamazione della repubblica popolare direttamente dalla
piazza Tiananmen.
Entrambi decidono di restare in Cina per la loro simpatia nei confronti
dei comunisti e lui fa richiesta di cittadinanza cinese (credo anche che non
avesse molte altre scelte, qualora volesse rimanere in Cina). La cittadinanza
gli viene accordata nel 1963 e, insieme ad altre 6 persone, si tratta di uno
dei pochi occidentali naturalizzati cinesi e che rimangono in Cina come tali
fino al loro decesso.
Rewi Alley (1897-1987), un neozelandese arrivato in Cina a fine anni venti,
affascinato dal paese e da alcuni amici cinesi che aveva conosciuto in Francia
durante la guerra. A Shanghai si appassiona alla lotta dei comunisti cinesi,
dopo aver visto coi suoi occhi le condizioni in cui i cinesi gravavano. Diventa
dunque membro del PCC e tale rimane anche dopo la vittoria, creando e gestendo
le cooperative industriali cinesi, delle organizzazioni spesso di origine
straniera che avevano lo scopo di sviluppare le tecniche agricole e industriali
in Cina.
Israel Epstein (1915-2005, ebreo), un giornalista di origine polacche, installatosi
con la famiglia a Tianjin negli anni venti. Contribuì alla formazione di
un’associazione che promuoveva la causa politica cinese (instituita dalla moglie
si Sun Yat Sen, Soong Qingling) e, dopo essersi sposato e sistemato in America,
viene richiamato dalla Soong per diventare l’editore capo di una rivista
chiamata “China Today”. Ottiene la cittadinanza nel 1957 e diventa membro del Partito
Comunista nel 1964.
Richard Frey (1920-2004, ebreo), un dottore austriaco, arrivato in Cina dopo aver
lasciato gli studi di medicina a seguito dell’occupazione nazista dell’Austria.
Da sempre attivo politicamente nel Partito Comunista austriaco, si unisce ai
comunisti nelle battaglie (come dottore sul fronte e come insegnante di
medicina per i cinesi) fino ad arrivare a Yan’an. Entra nel Partito Comunista
cinese nel 1944 e decide di restare in Cina dopo la sua vittoria, ottenendo la
cittadinanza nel 1955. Continua a praticare come dottore in aree remote del
paese.
Ma Haide (1910-1988), un dottore di origine libano-americane. Studiando
medicina a Ginevra, incontra diversi asiatici da cui lui e i suoi amici vengono
affascinati: tutti decidono di partire x l’Asia e infine si stabiliscono a Shanghai
dove aprono uno studio di medicina. Qui conosce Rewi Alley e Soong Qingling che
lo introducono ai comunisti. Dopo aver costatato, proprio come Alley, le
miserie del popolo cinese e la corruzione del Partito Nazionalista, decide di
unirsi ai comunisti a Yan’an per servire come dottore sul fronte. Resta dopo la
vittoria ed è il primo straniero a cui viene riconosciuta la cittadinanza.
Hans Müller (1915-1944, ebreo), dottore di origine tedesche, dopo gli studi in
Svizzera si sposta in Cina per contribuire allo sviluppo della medicina, in
particolare della pediatria. Anche lui approda Yan’an per aiutare i comunisti
sul fronte e decide di restare dopo la vittoria. Opera dunque come medico
pediatra a Changchun e come professore all’universita di medicina di Shenyang.
Ruth Weiss (1908-2006), un’insegnante e giornalista austriaca che arriva a
Shanghai nel 1933 come tutrice e decide di restare, affascinata dal fermento
rivoluzionario dell’epoca. Inizia come giornalista, poi diventa insegnante,
segretaria, speaker alla radio e infine ritorna in Cina come insegnante. Le
viene concessa la cittadinanza nel 1955.
Shapiro, Weiss e Frey vengono riconosciuti “esperti stranieri” nella conferenza politica
consultiva del popolo cinese, un’organo consultivo legislativo della PRC, una
sorta di camera con soli poteri consultativi e non legislativi.
Io trovo che sia molto interessante ed affascinante riscoprire la
storia di queste persone. Ci sono due aspetti che più mi colpiscono delle loro
storie. Il primo, è che sono quasi tutti ebrei,
un popolo che, storicamente, è
abituato a viaggiare, è abituato alla diaspora appunto. Il secondo, è che una
volta arrivati in Cina, rimangono tutti affascinati
dal fervore rivoluzionario, non solo comunista ma della società più in generale:
si trovano di fronte un paese che, dopo essere stato battuto dagli occidentali
per circa un secolo (guerre dell’oppio, rivolta dei boxer), ha voglia di
rialzarsi, di intraprendere un cammino rivoluzionario di stampo moderno, di
fare della Cina qualcosa di nuovo rispetto al passato, ma di forte e potente.
Si trovano davanti un paese forte e dinamico, che ha voglia di riscattarsi dal
punto di vista politico sociale.
I tempi sono indubbiamente cambiati: gli occidentali e gli stranieri,
nella quasi totalità dei casi, arrivano in Cina spinti dalle opportunità
economiche che vi intravedono e nella maggior parte dei casi non sono per nulla
affascinati dalla cultura di questo paese. D’altro canto, anche la Cina
risponde a questo richiamo con una voglia di riscatto solo ed esclusivamente
economica, tralasciando invece altri aspetti sociali e culturali.
Non possiamo dunque far altro che cullarci nel ricordo romantico di
questi vecchi pezzi di storia.
Il testo di questo post è stato utilizzato per la registrazione della
puntata di “Cineserie” su Radio Meyooo, disponibile al link https://www.spreaker.com:443/episode/6903802 in streaming o per il download. Disponibile ora anche su Ipodcast,
cercando “Radio Meyooo”.
Per saperne di più sulla storia di Sidney Shapiro, la CCTV cinese ha
realizzato un interessante documentario disponibile al link: http://english.cntv.cn/program/documentary/20120216/100867.shtml.
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