domenica 29 novembre 2015

L'ultimo laowai cinese

Lo scorso 18 ottobre è stato l’anniversario della morte di Sydney Shapiro, l’ultimo sopravvissuto tra gli occidentali a cui era stata riconosciuta la cittadinanza cinese dal partito comunista. Shapiro si è spento a Pechino il 18 ottobre 2014 e la ricorrenza mi ha ricordato questa parte della storia cinese, poco conosciuta ma che mi ha tuttavia molto affascinata.


Normalmente, a ragion veduta, sono i cinesi a voler prendere una cittadinanza straniera perché la Cina rimane cmq un paese autoritario, dove non vige (molta) libertà personale, di parola ed espressione, di pensiero, per non parlare di quella di muoversi. Non da ultimo, l’articolo di una taiwanese incinta di 36 settimane che partorisce su un aereo per Los Angeles dopo essersi assicurata di essere già in spazio aereo americano.
Non è decisamente il caso di Sydney Shapiro e degli altri stranieri naturalizzati cinesi dai comunisti.

Sydney Shapiro era un americano nato nel 1915 che, come molte persone della sua età, fu chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale e fu poi scelto dall’esercito per imparare la lingua cinese in attesa di un possibile sbarco americano in Cina. Nel frattempo si laurea in legge e approda infine a Shanghai nel 1947. Lì, attraverso amici cinesi comuni durante i suoi studi a Yale, incontra Fengzi, un’attrice cinese che da li a poco diventerà anche sua moglie. Fengzi oltre a fare l’attrice, era anche una simpatizzante del PCC ed era l’editrice di un quotidiano rivoluzionario di stampo comunista. Siccome era troppo pericoloso per i due restare a Shanghai dove il partito nazionalista era di casa, scappano insieme a Yan’an e raggiungono le truppe comuniste di Mao. Seguono poi le truppe dell’esercito popolare verso Pechino dove il 1 ottobre 1949 assistono alla proclamazione della repubblica popolare direttamente dalla piazza Tiananmen.
Entrambi decidono di restare in Cina per la loro simpatia nei confronti dei comunisti e lui fa richiesta di cittadinanza cinese (credo anche che non avesse molte altre scelte, qualora volesse rimanere in Cina). La cittadinanza gli viene accordata nel 1963 e, insieme ad altre 6 persone, si tratta di uno dei pochi occidentali naturalizzati cinesi e che rimangono in Cina come tali fino al loro decesso.

Rewi Alley (1897-1987), un neozelandese arrivato in Cina a fine anni venti, affascinato dal paese e da alcuni amici cinesi che aveva conosciuto in Francia durante la guerra. A Shanghai si appassiona alla lotta dei comunisti cinesi, dopo aver visto coi suoi occhi le condizioni in cui i cinesi gravavano. Diventa dunque membro del PCC e tale rimane anche dopo la vittoria, creando e gestendo le cooperative industriali cinesi, delle organizzazioni spesso di origine straniera che avevano lo scopo di sviluppare le tecniche agricole e industriali in Cina.

Israel Epstein (1915-2005, ebreo), un giornalista di origine polacche, installatosi con la famiglia a Tianjin negli anni venti. Contribuì alla formazione di un’associazione che promuoveva la causa politica cinese (instituita dalla moglie si Sun Yat Sen, Soong Qingling) e, dopo essersi sposato e sistemato in America, viene richiamato dalla Soong per diventare l’editore capo di una rivista chiamata “China Today”. Ottiene la cittadinanza nel 1957 e diventa membro del Partito Comunista nel 1964.

Richard Frey (1920-2004, ebreo), un dottore austriaco, arrivato in Cina dopo aver lasciato gli studi di medicina a seguito dell’occupazione nazista dell’Austria. Da sempre attivo politicamente nel Partito Comunista austriaco, si unisce ai comunisti nelle battaglie (come dottore sul fronte e come insegnante di medicina per i cinesi) fino ad arrivare a Yan’an. Entra nel Partito Comunista cinese nel 1944 e decide di restare in Cina dopo la sua vittoria, ottenendo la cittadinanza nel 1955. Continua a praticare come dottore in aree remote del paese.

Ma Haide (1910-1988), un dottore di origine libano-americane. Studiando medicina a Ginevra, incontra diversi asiatici da cui lui e i suoi amici vengono affascinati: tutti decidono di partire x l’Asia e infine si stabiliscono a Shanghai dove aprono uno studio di medicina. Qui conosce Rewi Alley e Soong Qingling che lo introducono ai comunisti. Dopo aver costatato, proprio come Alley, le miserie del popolo cinese e la corruzione del Partito Nazionalista, decide di unirsi ai comunisti a Yan’an per servire come dottore sul fronte. Resta dopo la vittoria ed è il primo straniero a cui viene riconosciuta la cittadinanza.

Hans Müller (1915-1944, ebreo), dottore di origine tedesche, dopo gli studi in Svizzera si sposta in Cina per contribuire allo sviluppo della medicina, in particolare della pediatria. Anche lui approda Yan’an per aiutare i comunisti sul fronte e decide di restare dopo la vittoria. Opera dunque come medico pediatra a Changchun e come professore all’universita di medicina di Shenyang.
Ruth Weiss (1908-2006), un’insegnante e giornalista austriaca che arriva a Shanghai nel 1933 come tutrice e decide di restare, affascinata dal fermento rivoluzionario dell’epoca. Inizia come giornalista, poi diventa insegnante, segretaria, speaker alla radio e infine ritorna in Cina come insegnante. Le viene concessa la cittadinanza nel 1955.

Shapiro, Weiss e Frey vengono riconosciuti “esperti stranieri” nella conferenza politica consultiva del popolo cinese, un’organo consultivo legislativo della PRC, una sorta di camera con soli poteri consultativi e non legislativi.

Io trovo che sia molto interessante ed affascinante riscoprire la storia di queste persone. Ci sono due aspetti che più mi colpiscono delle loro storie. Il primo, è che sono quasi tutti ebrei, un popolo che, storicamente, è abituato a viaggiare, è abituato alla diaspora appunto. Il secondo, è che una volta arrivati in Cina, rimangono tutti affascinati dal fervore rivoluzionario, non solo comunista ma della società più in generale: si trovano di fronte un paese che, dopo essere stato battuto dagli occidentali per circa un secolo (guerre dell’oppio, rivolta dei boxer), ha voglia di rialzarsi, di intraprendere un cammino rivoluzionario di stampo moderno, di fare della Cina qualcosa di nuovo rispetto al passato, ma di forte e potente. Si trovano davanti un paese forte e dinamico, che ha voglia di riscattarsi dal punto di vista politico sociale.
I tempi sono indubbiamente cambiati: gli occidentali e gli stranieri, nella quasi totalità dei casi, arrivano in Cina spinti dalle opportunità economiche che vi intravedono e nella maggior parte dei casi non sono per nulla affascinati dalla cultura di questo paese. D’altro canto, anche la Cina risponde a questo richiamo con una voglia di riscatto solo ed esclusivamente economica, tralasciando invece altri aspetti sociali e culturali.
Non possiamo dunque far altro che cullarci nel ricordo romantico di questi vecchi pezzi di storia.

Il testo di questo post è stato utilizzato per la registrazione della puntata di “Cineserie” su Radio Meyooo, disponibile al link https://www.spreaker.com:443/episode/6903802 in streaming o per il download. Disponibile ora anche su Ipodcast, cercando “Radio Meyooo”.

Per saperne di più sulla storia di Sidney Shapiro, la CCTV cinese ha realizzato un interessante documentario disponibile al link: http://english.cntv.cn/program/documentary/20120216/100867.shtml

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