Come spiega bene la mia amica Kim in quest’articolo,
i problemi non vanno sempre visti come degli svantaggi, ma come un punto di
partenza per sviluppare creatività e nuovi progetti. Questo il mio motto per il
nuovo anno, soprattutto nel mio approccio con l’inquinamento cinese, di cui ho
raccolto diverse tappe degli ultimi che raccontano le storie più stravaganti.
La prima tappa è rappresentata dal 9 novembre
2015, giorno in cui l’inquinamento a Shenyang supera i 1000. Cosa significa
1000? L’inquinamento viene misurato tramite un indice chiamato Indice di
Qualità dell’Aria (Air Quality Index, d’ora in avanti AQI) che misura la concentrazione
del particolato, ovvero tutte le sostanze sospese nell’aria. Nello specifico
misura il peso, espresso in microgrammi, di un determinato tipo di particolato all’interno
di un metro cubo. Ci sono essenzialmente tre tipi di particolato dannosi per le
persone, suddivisi in:
-
particolato
formato da particelle grossolane che superano i 2,5 micron (milionesimo di
metro, cioè millesimo di millimetro) di grandezza. Spesso ci si riferisce
chiamandoli PM10;
-
particolato
formato dall'aggregazione delle particelle più piccole, compreso tra 0,1 e 2,5
µm in diametro (PM2.5);
-
particolato
ultrafine, con diametro inferiore 0,1 µm (PM0.1)
L’AQI prende in considerazione tutti questi tipi
di particolato e ne ricava una media che va da 0, con inquinamento nullo, a
500, l’inquinamento massimo che questo indice è in grado di misurare. Gli
effetti sulla salute delle persone vengono poi tendenzialmente suddivisi in una
scala composta da 5 categorie: da 0 a 50 buono, da 51 a 100 moderatamente
inquinato, da 101 a 150 dannoso per le persone sensibili, da 151 a 200 dannoso,
da 201 a 300 molto dannoso, da 301 in poi, praticamente, se respiri stai
facendo un danno al tuo corpo, il che rappresenta un vero e proprio ossimoro
considerando che respirare è la prima cosa che devono fare gli esseri umani
quando nascono.
Tuttavia, vi sono due limiti. Da una parte, ben
sappiamo che in Cina il limite di 500 viene spesso superato. Dall’altra, alcuni
particolati sono ben più nocivi di altri: mi riferisco in particolare ai PM2.5
e al particolato ultrafine che, proprio perché molto piccolo in dimensione,
sono in grado di penetrare profondamente nei polmoni fino agli alveoli durante
la respirazione. Quindi, proprio a seguito di questi due limiti, è stato
affinato l’AQI producendo un indice che misura solo ed esclusivamente i PM2.5 e
inferiori in grado di superare il limite di 500 posto in precedenza.
Quindi, dire che l’inquinamento di Shenyang ha
superato i 1000 significa dire che all’interno di un metro cubo di aria vi
erano più di 1000 microgrammi di PM2.5, ovvero che respirare quel
giorno a Shenyang ha creato danni per gli organismi viventi. Shenyang è una
città che si trova nel nord della Cina, nella provincia del Liaoning, in cui le
temperature arrivano ben oltre i -20° C durante l’inverno. Per riscaldare gli
edifici, dunque, si usa il carbone che è la principale fonte di tale
inquinamento. Secondo i funzionari
locali l’inquinamento è arrivato a
1200 mentre secondo l’agenzia Nuova Cina si è arrivati perfino a 1400: i
residenti sono stati
invitati a non uscire dalle loro case e
a indossare maschere qualora fosse proprio necessario: si è cominciato a
parlare di Airpocalypse, nome che io trovo semplicemente magnifico e frutto di
un grande ingegno.
Qui si apre il grande mondo delle maschere. Ce n’è
di tutti i tipi e non mi riferisco solamente al fatto che ci sono tanti tipi di
maschere con filtri diversi, questo è ovvio. Ma che davvero sono state create infinite
tipologie: maschere da città, da sport, da bandito, ultrafini, di materiale tecnico.
Addirittura vi è una linea disegnata dallo stilista argentino Marcelo Burlon e
un’intera sfilata dedicata alle maschere anti inquinamento. I
prezzi di queste maschere, oltretutto, sono importanti: quelle di Marcelo
Burlon arrivano a 135 sterline, ovvero 185 euro!
Il mondo delle maschere non termina qui: ci sono
sposini che hanno fatto l’album del matrimonio con le maschere antigas, una giovane artista che si è creata un vestito
da matrimonio realizzato interamente utilizzando maschere antismog bianche, girovagando poi per la città di Pechino mettendo
in mostra la sua creazione. Infine c’è chi ha pensato bene di aggiungere una
maschera anti inquinamento al ritratto di Mao Zedong appeso alla porta della Città Proibita.
La storia dell’inquinamento cinese dell’inverno
2015 vede la sua seconda tappa il 1 dicembre, quando un artista dello Hubei che
si fa chiamare “Fratello Noce” (il nome mi faceva ridere e allora ho deciso di
tradurlo in italiano che fa ancora più ridere: Brother Nut, in inglese, Jianguo
Xiongdi, in cinese) si presenta sulla scena pechinese con un mattone di
inquinamento. Fratello Noce ha passeggiato per le vie della capitale cinese per
100 giorni, iniziando il 24 luglio e terminando il 29 novembre, risucchiando
l’inquinamento con un aspirapolvere industriale da 1000 watt che, secondo i media cinesi,
sarebbe in grado di aspirare in un giorno ciò che ben 62 persone riescono a
respirare. Avendo collezionato più di 100 grammi di polvere durante questa
performance, l’artista ha infine pensato di miscelare le polveri con
dell’argilla fino ad ottenere un mattone. La performance, facente parte di un
progetto più ampio chiamato “Il progetto polvere” (The Dust Project), ha
riscosso un buon successo su Weibo, totalizzando nel giro di poche ore ben più
di 4,000 commenti da parte dei netizen cinesi.
Alcune
persone hanno pensato si trattasse di uno spazzino tecnologico, altre che
vendesse aspirapolveri. Uno spazzino gli ha addirittura chiesto di aiutarlo a
pulire! Ovviamente c’è stato chi ha anche cercato di comprare
l’opera per un valore di 1600 dollari, ma Fratello Noce si è rifiutato. Ha
detto che la sua opera non è in vendita perché il progetto non ha scopo di
lucro ma di sensibilizzazione del popolo cinese sul tema dell’inquinamento. Il
problema, tuttavia, è che lui stesso si definisce perdente: si paragona a
Sisifo, l’eroe mitologico greco condannato da Zeus a trasportare per l’eternità
un masso fino alla cima di un monte da cui poi la pietra riscende e Sisifo
riprende da capo. Questo suo paragone mi ricorda Chai Jing, la giornalista
cinese che prima di lui e più di tutti si era data la stessa missione, e il suo
documentario “Under the Dome”: è finita censurata.
La terza tappa è rappresentata dall’8 dicembre in cui a Pechino, per la prima volta nella storia, scatta l’allarme
rosso: scuole chiuse, traffico a targhe alterne, cantieri in pausa e
barbecue proibiti (!), in un giorno in cui tra l’altro il livello di
inquinamento era a 291 secondo l’ambasciata americana.
Arriviamo dunque alla quarta
tappa del 16 dicembre quando, per la prima volta, leggo
di un’azienda canadese chiamata Vitality Air con sede a Tianjin che si è messa
a vendere bottiglie di aria pulita per 400 rmb/l’una. I suoi due fondatori, a
quanto pare, prendono l’aria dalle Montagne Rocciose del Canada (sito protetto
dall’UNESCO) e la imbottigliano in pratiche bottiglie di alluminio dotate di
valvola in plastica da cui l’aria fuoriesce sotto forma di spray. Il sito è assurdamente dettagliato: specificano
addirittura che tutte le loro bottiglie sono 100% riciclabili, in modo da
ridurre l’impatto ambientale, controllate e certificate una per una per
garantire il massimo del confort e della soddisfazione del cliente finale, ma
soprattutto multifunzionali. Citando dal sito: “Non importa se devi restare
sveglio a lungo per una nottata di studio, festeggiare per una notte intera o
recuperare dopo un duro lavoro: le nostre bottiglie hanno diverse misure, adattandosi
perfettamente a zaini, borsette o borse per lo yoga. Qualunque cosa decidi di
fare, il nostro prodotto sarà al tuo fianco”.
Si arriva dunque all’ultima tappa della storia dell’inquinamento
di questo inverno in Cina: la vera e propria ciliegina sulla torta. Qualche
giorno fa, arrivo in ufficio con una bella mascherina fuxia dato che a Shanghai
l’inquinamento era prossimo ai 300 e la mia collega mi chiede se ho letto di
Nanchino. Non avendolo fatto, mi guarda, sorride e mi dice: “Ieri
l’inquinamento a Nanchino era rosa!”. Cerco immediatamente su Internet e trovo
questa pagina
con una foto raffigurante dei grattacieli di Nanchino su uno sfondo
splendidamente roseo. La didascalia dice che gli esperti affermano di non avere
motivo di preoccuparsi: non si tratta di strane sostanze nell’aria ma solamente
dell’effetto della nebbia con la luce del cielo ad aver creato un’atmosfera
rosa baby. La mia collega mi risponde che lei non si fida: e se lo dicono anche
i cinesi…
L’inquinamento in Cina è un problema strutturale
per il quale serviranno anni di cambiamento economico e sociale prima di una
totale risoluzione. Nel frattempo, possiamo attrezzarci con mascherine fashion,
ridere dell’aria imbottigliata e stupirci delle stravaganti idee di artisti e
imprenditori i quali, anziché vedere l’inquinamento come un impedimento, lo
hanno trasformato in una buona occasione per sviluppare idee e creatività. Buon
anno nuovo!
Questo pezzo è stato utilizzato per realizzare la puntata di Cineserie "Nel blu dipinto di fuxia" su Radio Meyooo disponibile al link http://www.spreaker.com/user/8356020/0068-cineserie-nel-blu-dipinto-di-fuxia per l'ascolto in streaming o il download, o su Ipodcast cercando Radio Meyooo.
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